Se dall'altra parte ci fosse stato qualche consigliere leghista o di FdI chissà se il sindaco Beppe Sala lo avrebbe giustificato più o meno con la celebre citazione «so' ragazzi». Ieri è andato a chiudere la campagna elettorale del candidato sindaco del centrosinistra a Sesto San Giovanni Michele Foggetta, bollato nei giorni scorsi come «impresentabile» non solto da Matteo Salvini ma anche dal leader di Azione Carlo Calenda o dalla presidente dei deputati di Italia Viva Maria Elena Boschi per le frasi antisemite scritte sui social nel 2011 e 2014. Roba vecchia, lo sostengono Sala e il resto della truppa «giallorossa» arrivata ieri a Sesto a soccorrere il candidato che il Pd non aveva sostenuto alle primarie. Presenti alla chiusua della campagna il governatore Pd del Lazio Nicola Zingaretti, il 5 Stelle Stefano Buffagni, il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. Foggetta definiva lo Stato di Israele «il diavolo» o una «montagna di m.». «É chiaro - premette Sala - che quello che ha scritto è profondamente sbagliato. Ma sono cose che scriveva quando aveva 25 anni, io ne ho 40 di più e se penso a quante cose gravemente sbagliate ho detto a quell'età dico, ci sta. Trovo bizzarro però che si parli solo di questo e non di chi sono i candidati dall'altra parte, come il capolista della Lega che andava per conto di Salvini a trattare in Russia». Le stesse considerazioni sono arrivate però anche da Boschi e Calenda, Iv e Azione a Sesto sostengono un altro candidato, Massimiliano Rosignoli, e a loro il Pd dovrebbe andare a chiedere l'appoggio in caso di ballottaggio. Auguri. «Quando ho letto le dichiarazioni di Foggetta - ribadisce Sala - sono stato sorpreso quando ho visto quando le aveva fatte, dodici anni fa. Ho detto, sbagliato ma andiamo avanti e vado a sostenerlo». Da Milano ha una visione distorta di Sesto, dove nei 5 anni di governo del sindaco leghista Roberto Di Stefano sono partiti i cantieri della Città della Salute sulle ex aree Falck, sono arrivati investimenti immobiliari e del Pnrr, c'è stato il record dei daspo e - per i no della maggioranza milanese - potrebbe approdare ora anche il nuovo stadio del Milan. Per Sala invece «Sesto è rimasta inchiodata a quello che era e non lo merita».
Il capogruppo della Lega Alessandro Verri sottolinea che Sala «continua a dimostrarsi molto disattento. Dopo non aver capito nulla sulla sentenza della Corte Costituzionale in merito all'uso dei taser ora si prodiga in una difesa del candidato estremista di sinistra che fa acqua da tutte le parti. Minimizza una faccenda fin troppo seria trovando come scusante l'età di Foggetta, aveva 25 anni, peccato che di anni ne aveva 30 e ai tempi delle farneticanti dichiarazioni era anche consigliere comunale. Anziché difendere l'indifendibile, prenda le distanze».
L'eurodeputata leghista Silvia Sardone ricorda che tanto l'ultima volta «Sala che è venuto a Sesto per tirare la volata all'ex sindaco Chittò sappiamo tutti come è finire». Nel 2017 l'ex Stalingrado d'Italia è stata espugnata dal centrodestra. E Di Stefano non intende mollare la poltrona.
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