I No Tav e gli insurrezionalisti dietro al sabotaggio dei treni

I No Tav e gli insurrezionalisti dietro al sabotaggio dei treni

Gli investigatori milanesi della Digos se l’aspettavano. E sono convinti che siamo solo all’inizio. Il movimento contro la realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione - meglio nota come Tav - aggrega infatti una galassia di scontenti potenzialmente infinita, in primis gli anarchici a cui la lotta per la difesa del territorio è sempre stata a cuore. Così la polizia sotto la Madonnina usa la sbrigativa ma efficace espressione «matrice anarco-insurrezionalista» per indicare la mano che domenica notte ha appiccato l’incendio con 4 bottiglie piene di benzina a una delle quattro cabine di piccole dimensioni che custodiscono le centraline elettriche che regolano la segnaletica elettronica e fungono così da meccanismo di sicurezza per la circolazione ferroviaria, nel nodo tra le stazioni di Rogoredo e Lambrate, sulla massicciata ferroviaria tra via Gatto e il cavalcavia Buccari, periferia est di Milano.
L’attentato al Pba (Posto di blocco automatico), secondo gli esperti della Polfer che lo hanno scoperto qualche minuto dopo le 2.30, non poteva creare più di qualche rallentamento alla circolazione dei treni delle linee ferroviarie Milano-Genova e Milano-Bologna, costretti, con la segnaletica ko, a viaggiare a vista. Così è stato: la circolazione, infatti, non si è mai interrotta.
Tuttavia si è trattato pur sempre di un sabotaggio i cui disagi e ripercussioni solo l’intervento immediato e solerte dei vigili del fuoco e dei tecnici di Rfi (Rete ferroviaria italiana, controllata dalle Fs Spa, ndr) hanno potuto contenere: intorno alle 8.30 l’efficienza degli impianti su entrambe le direttrici ferroviarie era già stata completamente ripristinata.
Intanto, sul fronte delle indagini, va precisato che su una seconda centralina, accanto a quella incendiata, è stata trovata una scritta vergata con la vernice che recitava il solito «No Tav» e «Sole e Baleno vivono»; vicino, una bottiglia ormai vuota ma che aveva contenuto benzina. Altre due bottigliette incendiarie, che però non hanno preso fuoco, sono state trovate nelle vicinanze della massicciata.
E mentre il movimento contro la realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, con tanto di comunicato ufficiale, nega il proprio coinvolgimento, va ricordato che il 9 marzo scorso con una trentina di persone aveva già bloccato due degli otto binari della stazione di Rogoredo.
Se c’era qualche dubbio che non fossero stati gli anarchici a scegliere l’obiettivo delle ferrovie e a studiare la dinamica del sabotaggio con le bottigliette incendiarie piene di benzina, la scritta «Sole e Baleno vivono» fuga ogni perplessità in merito.

Proprio domani, infatti, ricorre il quattordicesimo anniversario del suicidio in carcere (era il 28 marzo 1998) di Edoardo Massari detto Baleno, fidanzato di Maria Soledad Rosas detta Sole (e che si tolse la vita qualche mese dopo il suo ragazzo, ndr) accusati di alcuni atti violenti contro la linea ad alta velocità Torino-Lione, ma poi scagionati. I due sono simboli dell’anarchia internazionale.

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