Indagini tra le frange di ultrasinistra per l'assalto all'hotel di Forza Nuova

Indagini tra le frange di ultrasinistra per l'assalto all'hotel di Forza Nuova

Finora si erano limitati alle minacce verbali, alle telefonate anonime, arrivando solo in un caso a lanciare una secchiata di vernice contro un hotel che aveva ospitato un convegno di skinhead. Un assalto in piena regola come quello dell'altra sera contro il Milton, dopo un incontro di Forza Nuova, non si era mai visto. La Digos sta ora indagando per individuare i responsabili, da ricercare con ogni probabilità nell'area anarco insurrezionalista, la più turbolenta in città.

L'albergo di via Butti era entrato nel mirino dell'area antagonista dopo che Forza Nuova, sfrattata dalla sala provinciale di via Corridoni, vi aveva dirottato il suo convegno «Europa, una grande e libera». Il dibattito si era sviluppato senza problemi, mentre davanti alla sede della Camera del lavoro protestavano gli antifascisti. Degli antagonisti neppure l'ombra. Tutto sembra passato «in cavalleria» poi l'altra notte la vendetta: sassi e bombe carta contro il Milton, assalto registrato con i telefoni e postato in internet.

Antagonisti dunque anche se il termine rimane un po' generico, perché le anime del movimento sono tante e spesso divise da feroci rivalità. Ci sono per esempio i «disobbedienti» del Cantiere e gli autonomi di Lambretta e Zam, interlocutori privilegiati di Palazzo Marino. Questi però sono soliti attendere per le loro manifestazioni, anche violente, di essere «a favore di telecamera». Poi ci sono comunità di omosessuali e animalisti, collettivi che gestiscono ambulatori per stranieri: tutta gente abbastanza tranquilla e poco propensa alla guerriglia urbana.

I più irrequieti su piazza rimangono dunque gli anarco insurrezionalisti, privi di qualsiasi pur tenue legame con il mondo politico istituzionale, attualmente presenti in spazi occupati abusivamente sui Navigli e al Corvetto. In via Watt 6 infatti ha trovato rifugio il gruppo storico di «Lab Zero» capitanato di Valerio Ferrandi, figlio di Mario, ripreso negli anni '70 mentre spara alla polizia in via De Amicis. Non ha ancora ammazzato nessuno come il padre, ma è dentro e fuori di galera per aggressioni e pestaggi. L'altra «corrente» anarchica è saldamente radicata al Corvetto, dove avevano creato i due centri sociali «Corvaccio» e «Rosanera». Due loro militanti sono state recentemente denunciate per la spedizione punitiva contro la sede Pd di via Mompiani. Dopo il violento sgombero del mese scorso, sono riapparsi in piazza Ferrara dove hanno occupato un laboratorio, sempre dell'Aler.

Sono i più duri e più coriacei, dopo ogni corteo lasciano una scia di imbrattamenti e vandalismi e i loro «incontri» con la polizia finiscono puntualmente a legnate che sembrano sopportare con

stoica determinazione. Non a caso dalle loro fila provengono anche alcuni giovani arrestati per i fatti violenti in Valsusa. Non sono soliti «perdonare» nulla, men che meno un albergo che abbia ospitato gli odiati «fascisti».

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