L'Isola diventa il quartiere delle moto

Dedicato a chi dice che l'Italia non ha più appeal. In quanto a stile, classe e qualità della vita ancora non ci batte nessuno. È quello che ha pensato Dare Jannings, fondatore di Deus ex Machina in Australia nel 2006, il marchio di café racer, customizzazione e life style divenuto in breve leader mondiale pur mantenendo forte il senso di indipendenza e della cultura alternativa. Dopo Sydney, Bali e Venice, in California, Deus ha aperto i battenti a Milano, in via Thaon de Ravel 3 all'Isola, in quello che sta diventando il primo «moto quartiere» d'Europa. Qui negozi d'abbigliamento, librerie, ristoranti, officine, botteghe artigiane, club si stanno moltiplicando e la sensazione è davvero di trovarsi in un luogo dove il tempo si è fermato agli anni '40. A due passi dal Blue Note, istituzione per gli amanti del jazz.
E in effetti si tratta dell'unico store Deus nel vecchio continente. Oltre alle classiche «icone», le moto Greivous Angel, The Mono e Street Tracker, realizzate con maniacalità artigianale, ciascuna pensata come pezzo unico, più vicina insomma a un'opera d'arte che a un veicolo, ci sono gli altri elementi che completano la filosofia già definita come «tempio dell'entusiasmo»: le biciclette, i capi d'abbigliamento e le tavole da surf. Il tutto completato dal Deus Café, aperto dalle 9 del mattino fino a notte fonda: si comincia con la colazione e si finisce con l'after dinner. Tutti i giorni, domenica compresa, per il più classico dei brunch.
La scommessa di portare in Italia questo pezzo di mondo così lontano che trova sempre più estimatori e appassionati disposti non solo a spendere dai 13mila euro in su per motociclette uniche, dal gusto vintage e retrò, ma anche a sposare il gusto di un abbigliamento curato che supera la tipologia del biker classico in pelle nera, nasce da un piccolo gruppo di amici tutti motociclisti, Filippo Bassoli, Alessandro Rossi, Luca Viglio e Federico Minoli, ex Ceo di Ducati, principale fautore del rilancio della rossa di Borgo Panigale e campione del mondo con Casey Stoner. Prima ancora di aprire al pubblico, Deus in Italia era già diventato un caso, con 22mila fan su facebook, una community che non vedeva l'ora di trovare la propria casa.
«In Benzin Veritas», è la scritta al neon che campeggia nello spazio milanese, a detta dei fondatori australiani il più bello insieme a quello di Bali. Il valore aggiunto sta nella cura del dettaglio, a cominciare dal design vintage degli arredi, e dalla fusione con lo stile italiano. T-shirt, camicie, pantaloni, accessori, scarpe, realizzate in comarketing esclusivo con alcune aziende celebri (Converse, Carhart), ma anche libri, fotografie e memorabilia assortiti. Al centro, ovviamente, le moto, che non puntano sulla prestazione ma sul fascino del prodotto artigianale che riscopre materiali desueti e molto preziosi, dalle grafiche affascinanti e deliberatamente fuori moda. Al piano di sotto dello store c'è l'officina, una specie di fucina di Vulcano in cui la meccanica si unisce allo stile. Altra particolarità tutta italiana è la cultura della bicicletta, alternativa e non contrapposizione alla moto, con proposte che vanno dalle mitiche Cinelli, a un nuovo brevetto dal telaio in legno destinato ulteriormente a innovare un settore in crescita esponenziale. Dall'Australia e dalla California arrivano invece le tavole da surf, sintesi di una cultura che mescola lo sport a variopinte customizzazioni sintonizzate con il mondo dell'arte Low Brow e della pittura pop surrealista che conta ormai diversi adepti anche in Italia.
Il Deus milanese vende in tutta Europa, con ordinazioni che giungono da Berlino, Parigi, St Tropez.

La formula è semplice: ciascuno può farsi realizzare la moto dei propri desideri, partendo magari dal telaio o dalla motorizzazione di una giapponese o di una Triumph, completamente trasformata e abbellita nei dettagli e nei particolari. Sogni a due ruote, impossibile non voltarsi al suono alterato dei due cilindri, impensabile non fermarsi a studiarle da vicino, quando sono parcheggiate ordinatamente di fronte ai locali.

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