Lombardia sul filo rosso. "Alcune zone critiche, però ora curiamo tutti"

Domani il verdetto sulle zone. La Regione: "Situazione non tranquilla, ma gestibile"

Lombardia sul filo rosso. "Alcune zone critiche, però ora curiamo tutti"

Sul filo rosso. Anche stavolta la Lombardia si trova in bilico, a un soffio dalla zona più vincolante fra le tre previste dalla normativa anti-Covid: la zona in cui anche i negozi restano chiusi.

Le varianti, nelle ultime settimane, hanno determinato un oggettivo peggioramento della situazione epidemiologica, e quindi c'è aria di ulteriori restrizioni. E tuttavia il passaggio alla zona rossa non viene dato ancora per sicuro. «Possibile, ma non scontato» insomma. D'altra parte, anche nelle ultime settimane, era stata ventilata una zona rossa che poi non è arrivata. L'ultima volta, probabilmente, grazie alla valutazione che è stata fatta sulla introduzione della zona «arancione rafforzata», che è stata decisa giovedì scorso - con la chiusura delle scuole - scongiurando probabilmente un rosso che appariva inevitabile. Stavolta, inoltre, si deve considerare anche la possibile introduzione di misure statali che sonno state esaminate ieri nella «cabina di regia» del governo e che oggi saranno discusse con le Regioni.

Che niente si possa escludere lo ha ammesso, martedì, anche il governatore Attilio Fontana. «Non escludo e non penso a nulla, valutiamo con cautela, attenzione e serietà la situazione» ha detto il governatore, da un lato ricordando che «l'arancione rafforzato è già una misura importante ai fini del contenimento», dall'altro ammettendo che «i numeri non stanno migliorando». «Stiamo cercando di contenerli con tutte le misure che abbiamo assunto - ha aggiunto Fontana - In ogni caso, non mi sembra che possano esserci grandissimi cambiamenti: l'arancione rafforzato è già una misura importante ai fini del contenimento».

E in effetti, basta guardare i grafici sull'andamento delle ultime due settimane per percepire un aggravamento del quadro, in termini di contagio e di pressione sugli ospedali. «In questo momento - ha spiegato ieri in commissione sanità il direttore generale Welfare della Regione, Giovanni Pavesi - l'indice dei 250 casi positivi ogni 100 mila abitanti, sopra il quale il Governo chiede provvedimenti da zona rossa, è una situazione che ancora non è così consolidata in tutta la Regione». «Abbiamo alcune province, soprattutto quelle di Brescia Cremona e Mantova - ha spiegato - che stanno particolarmente soffrendo nel numero dei positivi rispetto alla popolazione, mentre abbiamo altre aree, parlo di Bergamo, Sondrio, Lodi e Varese, dove la situazione presenta una certa stabilità, nel senso che non supera in questo momento i 250 casi ogni 100mila abitanti». «In alcuni ospedali come Brescia, Cremona e qualcosa a Mantova - ha proseguito il dirigente - sono a livelli abbastanza critici ma ancora con spazio per ricovero, in altri ospedali abbiamo ancora una situazione che definirei gestibile - ha affermato ancora Pavesi - e lo dico non per dare elementi di assoluta tranquillità, che non abbiamo, ma per riportare a un senso di un sistema che è a tutt'oggi assolutamente governato.

In questo momento non c'è nessun cittadino lombardo che entrando in un pronto soccorso e avendo patologia covid che richieda ricoveri non abbia un setting assistenziale e un percorso adeguato. Il sistema ospedaliero sta facendo uno sforzo straordinario e lo sta facendo in assoluta disciplina e rispetto delle regole di ingaggio che ci siamo dati».

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