Caos treni, solo per un chiodo. Salvini: "L'impresa deve rispondere"

Cancellati cento convogli per un cavo bucato, ritardi e Italia bloccata. Il ministro dei trasporti: "Vanificati i nostri investimenti"

Caos treni, solo per un chiodo. Salvini: "L'impresa deve rispondere"
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Italia spezzata in due per colpa di un chiodo. Ieri mattina rete ferroviaria in tilt. Decine i treni cancellati e convogli dell'alta velocità costretti a ritardi di ore. Una giornata di passione per i trasporti con l'opposizione pronta a condurre sul Golgota il ministro Salvini. Non di disservizi legati alla gestione, però si è trattato. A causare il generale caos «è stato un chiodo». È lo stesso vicepremier leghista a spiegare la genesi del disastro ai giornalisti, dopo esser stato per ore bersaglio dell'opposizione. C'è stato un «errore di una ditta privata» che «stanotte ha piantato un chiodo su un cavo» spiega il ministro dei Trasporti e infrastrutture.

«Il tempo di reazione di fronte a questo errore non è stato all'altezza che la seconda potenza industriale d'Europa deve avere. Il privato ne risponderà - continua il leader leghista - perché non è possibile investire miliardi di euro per comprare nuove carrozze, i nuovi treni pendolari, gli intercity, per finanziare l'Alta velocità, la Tav, il Brennero e tutto il resto ma se uno alle 3 di notte, a Roma, pianta il chiodo nel posto sbagliato tu rovini la giornata di lavoro a migliaia di persone».

L'opposizione comunque sfrutta il blocco del sistema ferroviario per chiedere le dimissioni del ministro. «Salvini si occupa di tutto tranne che delle emergenze», tuona la segretaria del Pd Elly Schlein. «Il sovranista Salvini si dimentica di fare il ministro», le fa eco su X, Davide Faraone di Italia viva. E Angelo Bonelli (Verdi) e Riccardo Magi (+Europa) chiedono che il ministro risponda in Parlamento. A Montecitorio, però, i parlamentari della Lega vorrebbero vedere «alla sbarra» i vertici di Rti e Trintalia. «Se ci sono stati errori da parte di un'impresa privata - scrivono in una nota i deputati leghisti della Commissione trasporti Elena Maccanti, Andrea Dara, Domenico Furgiuele, Riccardo Augusto Marchetti ed Erik Pretto - che nulla hanno a che vedere con l'impegno enorme profuso dal ministro Salvini per investire sulle infrastrutture del Paese e ammodernare una rete esistente e obsoleta, è giusto che venga chiarito per dissipare ogni dubbio su quanto successo». Richiesta, questa, cui si associa anche Fabio Raimondo, capogruppo di FdI nella stessa Commissione.

Dubbi sull'efficacia della reazione di Rti la esprime anche il Pd in una nota nella quale sottolinea che la «tempestività» dell'intervento per bloccare la falla del sistema sia stata adeguata ai tempi di reazione che questa stessa emergenza richiederebbe.

La richiesta di «informativa urgente» del ministro Salvini in Aula, avanzata dal Pd, però non è una novità, a detta dello stesso ministro. «Sì, le opposizioni è da due anni che chiedono le mie dimissioni - spiega il ministro durante il suo intervento alla scuola politica The young hope a Roma -: perché respiro, perché esisto, perché mi alzo la mattina... Per carità, fanno il loro mestiere e non commento. Il mio dovere è garantire la mobilità quindi è dall'alba che il mio telefonino è operativo h 24, immaginatevi che bella giornata ho passato».

La giornata nera del trasporto ferroviario, però, non sarà l'unica a funestare la settimana dei trasporti. Sabato 5, infatti, è in programma lo sciopero nazionale di 24 ore (con articolazione oraria a livello territoriale) proclamato da Orsa Trasporti. Ma non basta.

Si replica poi il 13 ottobre quando si fermeranno i lavoratori delle aziende che svolgono attività ferroviaria (escluso il settore manutenzione infrastruttura di Rfi). Sempre il 13 ottobre sciopera per 8 ore il personale Trenitalia in Piemonte e Valle d'Aosta. Disagi poi il prossimo 11 ottobre anche nel trasporto aereo con lo sciopero dei dipendenti Enav.

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