«Milano non è mai stata così degradata. E così male amministrata». Non è un discorso qualsiasi, per Matteo Salvini, quello su Milano. La città dove è stato consigliere, capogruppo. Dove vive. «In 42 anni, da milanese che prende il metrò, che accompagna i figli a scuola, che fa la spesa al mercato di via Osoppo, posso dire che non l'ho mai vista così sporca e grigia. Nonostante Expo. No, così non va».
E gli amministratori comunali di Milano, come li vede?
«Ricordo la piazza di 4 anni fa. Le bandiere rosse, arcobaleno. E si può andare a leggere il programma elettorale “Pisapia per Milano”, si trova on line. Le promesse sulle periferie, sulle tasse, sui negozi. Cosa resta? Qualche pista ciclabile? È chiaro che la gente dopo 4 anni si incazza. E non si tratta solo di Milano. Accade lo stesso a Roma, a Napoli, a Bologna».
La sinistra perde pezzi perché amministra male e delude?
«Incontro tante persone che magari nel 2011 non ci avevano votato e oggi dicono “se tornassi indietro...”. E basta guardare i risultati delle elezioni regionali per verificarlo. Noi cresciamo, loro perdono peso».
Secondo lei alla sinistra oggi manca qualcosa per amministrare bene le città?
«Possiamo dire, vale anche per Pisapia, che non è facile fare il sindaco con tagli mostruosi. Non è facile se ti tolgono soldi e poteri. Con Roberto Maroni ministro, per esempio, c'erano le ordinanze sull'ordine pubblico».
I tagli sono un'attenuante?
«Un'attenuante, sì. Ma non li giustifica. Ci sono sindaci che riescono ad amministrare bene comunque. E altri incapaci di farlo, come Pisapia. Io, se fossi sindaco, per esempio, proverei subito a riorganizzare e rivalorizzare la Polizia locale. Stiamo parlando di 3mila uomini. Non puoi tenerli solo a fare le multe».
Se lei fosse sindaco... Sembra combattuto fra il cuore che la spinge verso Milano e le ragioni della politica che la trattengono a Roma?
«Ha capito benissimo. Quando leggo i nomi della sinistra... E in tanti me lo chiedono. Ma se ci fosse una personalità indipendente, un milanese doc, io lo sosterrei».
Un volto nuovo?
«Che conosca la città».
Un profilo da imprenditore di area?
«Sì, del mondo del lavoro, del mondo delle professioni. Stiamo ascoltando questi mondi, queste persone. Ma ci vuole coraggio. Non è il momento di tentennare. Ecco, uso il Giornale per fare questo appello».
A farsi avanti?
«Sì, fatevi avanti, non ci sono steccati, non ci sono pregiudiziali. Ci sono partite belle da giocare. Cosa si fa dopo Expo, per esempio. Io comunque ci sarò. Candidato a Milano».
E l'alternativa alla sinistra, a che punto è?
«L'alternativa dobbiamo costruirla. Con chi è attrezzato».
Lei ha bocciato la candidatura dell'ex ministro Maurizio Lupi, citato dal presidente della Regione Roberto Maroni...
«Con Ncd non ho problemi personali. Lupi è una persona degna. Ma fanno parte del governo. E l'alternativa a Milano è anche l'alternativa a Renzi. In Regione, si dice, siamo alleati con Ncd».
È così.
«Ncd non esisteva quando abbiamo fatto le elezioni regionali. E c'è un mandato elettorale. Ma se devo costruire qualcosa ex novo...».
Quindi il suo non è solo un «no» al candidato sindaco Ncd. È un no a Ncd nell'alleanza?
«Sì, se vuoi costruire un'alternativa a Milano devi essere alternativo a Renzi anche a Roma».
Con quali tempi si deve costruire questa alternativa? È urgente?
«Sì, bisogna che a settembre cominciamo».
Ma c'è un nome che a sinistra le piace o le dispiace meno?
«Ma non è un problema solo di nomi. Se ribadiscono la stessa squadra. Se annunciano che vogliono portare avanti il lavoro di Pisapia».
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