Le minacce della casbah intoccabile

In via Gola una terra di nessuno con 500 abusivi che vivono ai margini tra sentinelle e malavita

Le minacce della casbah intoccabile

Una vendetta per gli sgomberi o, peggio, un atto intimidatorio per far capire alla questura di non dover neppure pensare di mettere mano alla casbah di via Gola. Un conglomerato di 700 alloggi popolari, occupati da 4/500 squatter, clandestini e pregiudicati che l'altra sera dopo una fiaccolata hanno assaltato il commissariato Ticinese costringendo la polizia a una carica. Un ulteriore segnale, se mai ce ne fosse stato bisogno, del clima in città. Con i centri sociali che proprio ieri hanno tenuto un summit per preparare le prossime «battaglie».

La linea dura contro le occupazioni adottata dalle autorità, amministrazione di sinistra compreso, ha infatti scatenato la rabbia di antagonisti e abusivi. Il primo segnale, dieci giorni fa, quando una ventina di anarchici ha assaltato un circolo Pd al Corvetto, incuranti fosse pieno di anziani che partecipavano a una riunione del sindacato inquilini. Altro assalto a colpi di bottiglie incendiarie qualche giorno nella sede Aler di via Inganni poi, con il primo sfratto, sono iniziati gli scontri di piazza. Tafferugli e blocchi stradali in via Salomone, via Vespri Siciliani, via Ravenna.

La serata di guerriglia al Ticinese è partita dopo la fiaccolata di protesta, cui hanno preso parte circa 200 tra antagonisti e abusivi che hanno sfilato per le vie del quartiere guardati a vista da solo personale in borghese mentre una riserva di forze dell'ordine era stata tenuta nei pressi del commissariato di via Tabacchi. Il corteo ha sfilato per un paio d'ore poi verso le 23.30 circa 80 persone si sono staccate dalla manifestazione e sono partite all'attacco. È volato di tutto: pietre, pezzi di asfalto, bottiglie, petardi e fumogeni. Gli agenti hanno risposto con cariche e il lancio di alcuni lacrimogeni.

Un assalto per certi versi incomprensibile se non si conosce la realtà del «triangolo rosso» Pichi, Borsieri, Gola, un isolato quasi interamente in mano agli abusivi. In questa area l'Aler possiede 717 alloggi, 200 dei quali occupati abusivamente da anarchici, che hanno costituito il circolo «Cuore in Gola», clandestini e delinquenti comuni. A occhio e croce 4/500 persone disposte a tutto. Una casbah in cui la polizia fatica a entrare. Anche perché le «sentinelle» agli angoli segnalano qualsiasi movimento. Una situazione lasciata degenerare e che è difficile controllare. Un'azione di risanamento comporterebbe infatti l'intervento di centinaia di uomini supportati da mezzi blindati, cui seguirebbero scontri furibondi.

Il timore è che sulla questione casa possa avvenire la saldatura tra i vari centri sociali, solitamente divisi da feroci rivalità spesso sfociate in scontri fisici.

Ieri però i «capetti» di tutte le realtà si sono trovati per cercare una linea di azione comune. Un'alleanza che potrebbe portare a far ulteriormente precipitare la situazione dell'ordine pubblico. Facile immaginare una prossima manifestazione con esiti imprevedibili per la sicurezza.

Mentre si avvicina il 7 dicembre, apertura della stagione

della Scala, tradizionale appuntamento mondano. Ma anche occasione, dal '68 in poi, di violente manifestazioni di piazza. Mario Capanna, i suoi «katanga» e le uova marce contro le signore in pelliccia, aspettano i «nipotini».

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