Movida e abbandono: lungo il Naviglio i due volti della città

I locali, i circoli canottieri e la piazza riqualificata Ma anche gli abusivi di via Gola, i rom e i clochard

Movida e abbandono: lungo il Naviglio i due volti della città

Michelangelo Bonessa Daniela Uva La fotografia che più di ogni altra riassume lo spirito della Zona 6 ritrae l'Alzaia Naviglio Grande. Da una parte ci sono i circoli dei canottieri - con i cortili, i ristoranti e decine di giovani intenti a fare sport - dall'altra, appena dietro la ferrovia, le roulotte dei rom. Che costeggiano il corso d'acqua fino a Corsico e spaventano i residenti. Tutta la Zona a Sud della città riprende questo scatto: è perfettamente divisa a metà fra movida e degrado. Dalla centralissima piazza XXIV maggio fino alle case popolari di via Giambellino. Proprio negli alloggi Erp il contrasto appare più netto. Da una parte il buon esempio dei condomini gestiti in autonomia dai residenti, dall'altra edifici fatiscenti in cui le donne sono costrette ad organizzare ronde notturne per tenere a bada gli occupanti abusivi.

Così da un lato in via Giambellino 146 Rosalba e altri volenterosi si prendono cura, in collaborazione con Aler, dei loro palazzi con la formula dell'autogestione. Dall'altro, invece, in via Odazio Maria e le sue vicine girano armate di torce e di coraggio per contrastare il racket delle occupazioni. Che invece qualcuno difende a colpi di graffiti fra via Pichi e via Gola. Proprio qui sono apparsi dei murales che condannano gli sgomberi e inneggiano all'abusivismo. Tutto questo in un contesto di assoluto deterioramento degli edifici: sempre in via Gola, più di un palazzo è sostenuto da una selva di puntelli da ormai tre anni. La paura è che gli edifici possano crollare, così come successo vicino al nido comunale ospitato negli spazi Aler, dove un balcone è venuto giù mettendo a repentaglio la vita dei bambini. Ma i contrasti non finiscono qui. Lungo i navigli è possibile vedere su una sponda edifici e marciapiedi rinnovati, ma allo stesso tempo anche una biblioteca nuova di zecca per la quale mancano i fondi per comprare i libri. Andando verso il centro, i lavori di riqualificazione che hanno restituito la Darsena alla città non sono bastati a cancellare il degrado. Basta caminnare lungo corso San Gottardo e piazza XXIV Maggio per imbattersi in decine di clochard accampati davanti alle vetrine dei negozi. Mentre per terra si rivedono le siringhe, segno che l'eroina è tornata di moda. Così come stanno diventando frequenti le rapine ai passanti e ai commercianti del quartiere anche con l'uso delle armi. Nel frattempo, complici le imminenti elezioni, i controlli dei vigili e le multe sono diminuiti. In aumento c'è il solo il traffico. L'effetto dell'ultima pedonalizzazione è la totale paralisi della circolazione nelle ore di punta. A lamentarsi sono anche i cittadini delle vie intorno a piazza Napoli: qui ai consueti problemi di mobilità si somma la presenza di moltissimi rom. Si appostano all'ingresso del parcheggio di un centro commerciale e a chi entra e esce chiedono soldi o merci da buttare. La stessa scena si ripete davanti al cinema Ducale e in via Tortona. Proprio nella strada diventata il cuore degli eventi del Fuorisalone sono aumentati i furti nei parcheggi: i rom, accampati intorno alla ricicleria di piazza delle Milizie, oltrepassano i binari, tagliano le reti e portano via le auto. Nel cuore della movida, precisamente in via Savona 134, a far infuriare i residenti è uno stabile in cui si è installato un centro sociale. Oltre ad aver trasformato i marciapiedi in una discarica, gli autonomi hanno dipinto l'intera facciata dell'edificio senza chiedere il permesso al proprietario. Occupato abusivamente, questa volta dai rom, è anche un edificio ormai inutilizzato delle Ferrovie tra via Pesto e via San Cristoforo. Proprio da lì parte un immenso campo rom abusivo che costeggia i binari lungo tutto il naviglio. Qualche volta i nomadi superano la ferrovia fino alla vicina via Tolstoi, accampandosi nel parco giochi riservato ai bambini.

E anche in alcuni stabili popolari, nella zona tra un naviglio e l'altro, si è avviato un ricco commercio di droga proprio grazie alla clientela benestante che frequenta i locali alla moda. Michelangelo Bonessa Daniela uva

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