Ora Moratti corteggia il Pd ma la relazione è "complicata"

L'ex sindaco di Milano sul palco tra Resistenza, donne e lavoro. Stringe la mano a Cottarelli ma sul ticket lui ironizza

Ora Moratti corteggia il Pd ma la relazione è "complicata"

La relazione tra Letizia Moratti e il Pd «è complicata». Lo dicono dalle parti di Azione e Italia Viva, che sponsorizzano (più i renziani che i «calendiani») la candidatura di Letizia Moratti alle Regionali contro il governatore Attilio Fontana, e lo ripetono a maggior ragione - e lo faranno oggi all'assemblea regionale del partito - i colonnelli locali del Pd che fanno l'elenco dei casi imbarazzanti in cui si troverebbero immischiati in campagna elettorale. Tant'è, ieri l'ex assessore al Welfare di Fontana è stata la protagonista della manifestazione per la pace in Ucraina organizzata da Carlo Calenda e Matteo Renzi, è salita anche sul palco e ha cercato di battere tasti cari alla sinistra: il lavoro, la discriminazione femminile in Iran «e anche in Italia, purtroppo ci porta a non avere ancora una pari dignità salariale», il 25 aprile che «va festeggiato, è un giorno importante per l'Italia».

E si commuove quando ricorda il padre partigiano: «Quando penso alla resistenza ucraina mi ricollego ai racconti del mio papà Paolo, ha combattuto il regime fascista e l'occupazione nazista. Ha pagato con una prigionia lunghissima che lo segnato per la vita. La sua resistenza, come quella ucraina, quella italiana, è stata concreta». Prima di lei è salito l'altro candidato in pectore, Carlo Cottarelli. Per un accordo Pd-Terzo Polo Calenda ha proposto un ticket con Moratti presidente e l'economista vice. É perplesso, «l'ho letto, non ho capito cosa vuol dire - ammette -. Moratti-Cottarelli o Cottarelli-Moratti? Se qualcuno vuole parlarmene. Comunque io ho dato la mia disponibilità e ho detto che serve una coalizione ampia e un programma condiviso ma finora non ho sentito nessuno». Su Moratti sottolinea che «negli ultimi due anni al Welfare è stata molto criticata sia da Pd che da Azione, poi se le cose che faceva fossero colpa sua o della coalizione, non saprei dire».

Lui e Moratti si stringono velocemente la mano («ci siamo salutati» e «ho rispetto per lui» afferma Moratti, senza commentare eventuali ticket). L'ex sindaco non incrocia Renzi (che ha lasciato prima la piazza) ma parla dietro al palco con Calenda. Si intrattiene con Gelmini, Lucia De Cesaris, Mara Carfagna («Letizia può essere un valore aggiunto per il Terzo polo. Un profilo di indubbio valore»), Maria Elena Boschi, con giacca di pelle e simbolo della pace sulla schiena. Renzi sostiene che «la candidatura di Moratti, che arriva dal centrodestra, è molto interessante. Ma ci siamo divisi i compiti e sarà Calenda a gestire il dossier, sempre d'accordo con noi ma in prima persona». Il senatore Pd Alessandro Alfieri avverte: «Se si parla di ticket si sbaglia. Dobbiamo separare la questione Lombardia e Lazio e incontrarci su un nome, ne abbiamo tanti, che non sia divisivo».

Aggiunge che «dobbiamo decidere però se fare una campagna di testimonianza o provare a vincere». Che il nome per provarci possa essere Moratti oggi in pochi a sinistra ci scommettono, anche se Richetti (Iv) la chiama sul palco come «una donna coraggiosa» e Calenda sottolinea che «non era facile per lei stare in questa piazza».

C'era anche Pierfrancesco Maran, assessore della giunta Sala, uno dei pochi a battersi per le primarie (e per correre). Pure Sala vuole tenerla fuori dal campo: che corra per il centrosinistra o solo per il Terzo Polo, la Moratti avrebbe un effetto tsunami anche sulla sua giunta.

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