Sospeso, forse per sempre. Il Piano aria che ha impegnato il Comune per mesi, e riempito per anni la bocca degli esponenti di centrosinistra, è stato messo da parte, e con una manciata di sedute consiliari che restano prima della campagna elettorale, quella decisa ieri è una sospensione che sa di ritiro in vista di tempi migliori, ormai post-elezioni.
Gongolano le opposizioni, che su questo hanno inchiodato la maggioranza, usando il «jolly» dell'ostruzionismo pur di bloccare quello che da subito era apparso come un libro dei sogni, o forse degli incubi, ispirato al totem ideologico della «sostenibilità» - versione Greta Thunberg - concretizzatosi nella solita guerra alle auto.
«Vittoria di Forza Italia - esulta il capogruppo azzurro Fabrizio De Pasquale, che a Palazzo Marino si impegnato con grande energia anche su questo fronte - Dopo 9 sedute e 40 ore di dibattito, maggioranza ha gettato la spugna. Le politiche ambientali le decideranno gli elettori a ottobre, non un Consiglio scaduto. Abbiamo usato il jolly per impedire un piano che fissava regole e divieti per i cittadini ma non impegnava a investimenti il Comune. Abbiamo bloccato il dimezzamento della mobilità personale privata, nuove ZTL e costosi adempimenti per commercio e imprese. Questo piano pensava solo rieducare i milanesi, il centrodestra punterà su trasporto pubblico, più verde e agevolazioni per chi rinnova impianti».
E leggendo il piano, Forza Italia aveva sottolineato misure ancora più drastiche e ideologiche, come la possibile riduzione dei voli aerei, la riduzione dei congressi - se non «da remoto» - e ovviamente la proliferazione di piste mal congegnate e realizzate in fretta, al solo scopo di aderire alla nuova ideologia «green» imperante, con la sciagurata illusione che un Comune possa incidere sulla «emergenza climatica», già dichiarata a Palazzo Marino due anni fa. Il Piano aria del Comune è (o era) dichiaratamente questo: un «documento strategico» con 49 azioni in cinque ambiti di intervento, che vuole - addirittura - ridurre l'inquinamento atmosferico a tutela della salute e dell'ambiente e contrastare i cambiamenti climatici.
Oltre a dispiacere al centrodestra, il Piano aria non piaceva molto neanche agli ambientalisti milanesi. Si era attirato, per esempio, le critiche del presidente della commissione Ambiente Carlo Monguzzi, del Pd.
Soddisfatto anche il capogruppo di Fdi Andrea Mascaretti, che ha dato battaglia: «Non possiamo ancora dire che sia sospeso e che sia una vittoria definitiva - dice - in ogni caso, che sia approvato o no, la parola definitiva spetterà ai cittadini che voteranno alle Comunali. Sappiano che lì l'obiettivo è colpire gli automobilisti e cancellare i parcheggi di superficie costringendo i residenti a usare i silos a pagamento. Saranno ristrette le carreggiate e penalizzati coloro che con la macchina lavorano o che in macchina vanno a lavorare. Inoltre l'ultimo bilancio preventivo indicava 285 milioni di sanzioni e 70 milioni fra area B, C e sosta.
Se dimezzi la circolazione delle auto e dimezzi queste entrate, devi aumentare il trasporto pubblico, che invece ha un costo. Ecco perché dico che quel piano non è sostenibile economicamente». Per Fdi, il Piano è costoso, basato su presupposti errati, rende Milano una città (ancor di più) per ricchi e aumenta i rischi per la salute.
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