Milano e la Lombardia focolai d'Italia per l'impennata di contagi che nell'ultima settimana sono triplicati. Ieri si sono registrati 12.955 i nuovi positivi, record assoluto dall'inizio della pandemia, con 205.847 tamponi effettuati per un tasso di positività in crescita del 6,2 per cento (mercoledì 5,7 per cento). Ben un terzo si registrano nel Milanese con 5.587 positivi di cui 2.518 solo in città. È quanto emerge da un report diffuso dalla direzione Welfare della Regione. I casi positivi degli ultimi sette giorni ammontano a 51.456, con un incidenza di 513 per 100mila abitanti, mentre i ricoverati nei reparti ordinari sono 1.408 (+56 rispetto a ieri), con una percentuale di occupazione di posti pari al 13,8 per cento. Sono 162 (due in meno di ieri), i ricoverati in terapia intensiva, con un tasso di occupazione dei letti del 10,6 per cento.
Il picco dei contagi è imputabile alla variante Omicron, anche se la Delta nella nostra regione (tranne che nella provincia di Sondrio fa sapere l'assessorato al Welfare) continua a essere quella dominante. Come già detto quindi Omicron si conferma essere estremamente contagiosa, ma poco aggressiva tanto che se colpisce circa il 40 per cento dei nuovi positivi sono solo 6 i pazienti ricoverati nessuno in terapia intensiva.
Paradossalmente la Lombardia si conferma in zona bianca anche per la prossima settimana. «È come se - spiegava due giorni fa Giovanni Migliore, presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere - ci fosse una pandemia a due velocità: accelera per quanto riguarda il numero dei no vax, frena in relazione ai pazienti vaccinati. L'incremento dei non vaccinati nei reparti ordinari è del 16,7 per cento mentre diminuiscono del 2 per cento i vaccinati ricoverati». «I dati del monitoraggio settimanale confermano, anche per la prossima settimana, la zona bianca per la Lombardia - annuncia il presidente della Regione Attilio Fontana -. I dati di questa settimana registrano il tasso di occupazione dei posti letto in area medica ancora sotto il 15 per cento, anche se, come in tutto il territorio nazionale, stiamo assistendo a una crescita importante dei contagi».
A fronte della pressione crescente sugli ospedali e sui pronto soccorso la direzione generale Welfare ha dato indicazioni per il rafforzamento della «sorveglianza del personale sanitario in ambito ospedaliero e socio-sanitario, aumentando la frequenza dei test di monitoraggio» e invitato gli ospedali a ritardare gli interventi programmati differibili, iniziativa che è già stata presa da alcune Asst autonomamente. «L'esecuzione dei test per il personale a diretto contatto con pazienti immunosoppressi o operante nei centri dialisi - prosegue la Nota - passa da una frequenza di un test ogni 14 giorni a un test ogni 7 giorni. Per il restante personale la frequenza viene portata da un test ogni 30 giorni ad almeno un test ogni 14 giorni». Queste regole valgono anche per gli operatori socio-sanitari impegnati nelle Rsa. La Direzione Generale Welfare, inoltre, ha raccomandato agli ospedali e alle strutture socio-sanitarie l'utilizzo delle mascherine FFP2 per il personale a diretto contatto con i pazienti nei reparti degenza.
Parallelamente «al fine di liberare posti per pazienti Covid-free da ricoverare in urgenza la Direzione generale Welfare ha invitato le direzioni sanitarie delle Asst Santi Carlo e Paolo, Fatebenefratelli-Sacco, Ovest
Milanese, Asst dei Sette Laghi e Lariana a valutare la possibilità di rimodulare, fino al 15 gennaio, gli interventi programmati differibili,per sgravare i reparti e facilitare i ricoveri che giungono dai Pronto soccorso».
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