Sala fa il "ganassa" sul 2021. Ma la classifica fa tremare il Pd

Nella lista dei sindaci più amati è solo al 52esimo posto. Eppure dice: "Se mi ricandido non ho paura di nessuno"

Sala fa il "ganassa" sul 2021. Ma la classifica fa tremare il Pd

«Ho già detto che non so se mi ricandiderò perchè voglio il meglio per Milano, se avrò la forza, le motivazioni e la salute per farlo credo che, con un filo di arroganza, nessuno come me può farlo, ma devo sentirmi nelle condizioni per prendere questa sfida». E visto che Beppe Sala si è presentato ai microfoni di Rtl ieri mattina con la vena del «ganassa», aggiunge «di nuovo, con un filo di arroganza» che non si preoccuperebbe «per niente» del nome dell'avversario, «non avrei paura di chi mi mettono contro». Eppure i bookmaker scommettono sulla non ricandidatura. E il sondaggio sull'indice di gradimento dei sindaci pubblicato ieri dal Sole24Ore inizia a preoccupare il Pd e a far sorridere il centrodestra, perchè un nome forte a questo punto potrebbe dare del filo da torcere alla sinistra nel 2021, anche in caso di Sala-bis. Beppe Sala, che pure governa la città italiana più internazionale, che si è aggiudicata le Olimpiadi 2026 e ha avuto, e che ha tenuto i riflettori accesi su di sè anche durante l'emergenza Covid, è al 52esimo posto nella lista dei 105 sindaci delle città capoluogo, a pari merito con i colleghi di Arezzo, Campobasso, Savona e Siracusa. Registra un gradimento del 53,4%, in lieve crescita (+1,7%) rispetto al giorno del voto nel 2016, ma se in un anno di amministrazione, nel 2017, erano almeno al trentesimo posto, il 52esimo a meno di un anno dalle Comunali non può far dormire sonno tranquilli all'ex manager e ai partiti della coalizione. Sul Podio il presidente dell'Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro (69,4%), quello di Messina Cateno De Luca (67,4%) e pari merito i sindaci di Bergamo Giorgio Gori (63,7%) e di Genova Marco Bucci, che hanno affrontato in prima linea due drammi, il Covid e il crollo del ponte. Come sottolinea il Sole, anche Sala come Gori ha riconosciuto di aver sottovalutato inizialmente i rischi della pandemia, ma il cambio di passo nel suo caso è stato meno riconosciuto.

Matteo Salvini dubito che Sala tenterà il bis. «Lo vedo su altri lidi, le sue polemiche con il governo mi fanno intuire che il Comune gli stia stretto e ambisca ad altre cariche e incarichi» ha dichiarato a margine di un incontro ieri in città. A chi gli domanda (come fanno esponenti Pd) se correrebbe per la sua città risponde «a fine carriera ci penserò, assolutamente», ora è concentrato sulla scelta del candidato per riconquistare Milano dopo due giunte di sinistra: «Sono già in contatto con diverse persone che hanno voglia di accettare la sfida e alcune le vedrò già questa settimana». Il leader della Lega continua a tenere il massimo riserbo sui nomi di due manager, entrambi cinquantenni, che al momento sarebbero la prima scelta. Salvini ha visto nelle scorse settimane anche il presidente di Confimpresa Carlo Resca, ex amministratore delegato di McDonald's Italia, e ne ha raccolto la disponibilità, altri sarebbero pronti a giocare la partita. Il commissario cittadino del Carroccio Stefano Bolognini ironizza invece sulle dichiarazioni di Sala in radio: «Se mi ricandido è perché nessuno può farlo come me? La nostra città ha perso Ema, non sappiamo più nulla del Tribunale dei Brevetti e della riapertura dei Navigli, lo sviluppo degli scali ferroviari è fermo, Milano è invasa di piste ciclabili inutili, in effetti non in molti potrebbero governare Milano così». Guarda il bicchiere mezzo pieno l'eurodeputato Pd Pierfrancesco Majorino: «Il sondaggio dice che la popolarità di Sala si consolida e cresce positivamente in questi mesi.

Ci sarà pure stato qualche inciampo comunicativo o qualche opinione espressa ruvidamente ma mi chiedo chi, in mesi come questi, non abbia mostrato qualche debolezza. Mi auguro che Sala sciolga la "riserva" e si ricandidi». Anche se non è un mistero che se ciò non accadesse sarebbe pronto a ripresentarsi alle primarie come nel 2016.

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