Quando i dieci militanti della destra milanese parteciparono alla cerimonia del «Presente», il 29 aprile dello scorso anno, non commisero un reato. Per questo, ieri, il gup Donatella Banci Buonamici ha assolto due imputati che avevano scelto il rito abbreviato, e prosciolto altri otto dall'accusa di aver violato la legge Scelba del 1952. «Il fatto non sussiste».
Sotto inchiesta erano finiti anche l'ex consigliere provinciale di Fratelli d'Italia Roberta Capotosti, il cantante Federico «Skoll» Goglio e militanti di Forza Nuova e Casa Pound. Per il deputato Fdi Ignazio La Russa - in aula nella veste di avvocato di Capotosti - «la decisione presa da un magistrato libero da pregiudizi ci aiuta a rimarginare una ferita aperta da 40 anni, dall'uccisione di Ramelli». «Il gup - prosegue La Russa - ha accolto le nostre argomentazioni, siamo convinti che non c'era la volontà di fare propaganda. Ora la figura di Ramelli (il militante del Fronte della Gioventù assassinato nel 1975 a soli 19 anni da un gruppo di estrema sinistra, ndr ) deve essere riconsegnata alla comunità nazionale e non solo a una parte del Paese, e deve essere impedito che diventi simbolo di estremismo». Il proscioglimento, sostiene invece l'avvocato Federico Sinicato, legale dell'Anpi, è «grave», perché «gesti e simboli avevano una chiara connotazione fascista».
Ma il rito del «Presente» - era stata la tesi difensiva di La Russa - è «di origine militare e la sua paternità non appartiene al regime fascista: è da sempre officiato in ogni parte del mondo nelle cerimonie di commemorazione dei caduti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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