Le mistificazioni della Alfano, anti-mafiosa da operetta

Le mistificazioni della Alfano, anti-mafiosa da operetta

Non l’ho mai incontrata, ma mi sono scontrato con lei a distanza. Mi riferisco a Sonia Alfano. Ma so che io combatto la mafia in modo diverso. Ne indico le azioni criminali e non mi accontento di esprimere generiche formule diffamatorie come piace a lei e a Salvatore Borsellino. Di Borsellino abbiamo parlato ieri. Ed io ricorderò quando si agitò per dissuadere sua cognata, Agnese, la moglie del magistrato ucciso, dall’accettare la cittadinanza onoraria di Salemi che io le avevo offerto dopo una sua visita spontanea e affettuosa nella quale aveva manifestato la sua stima nei miei confronti, per antica conoscenza come studioso d’arte, arrivando a definirmi missionario per aver scelto di fare il sindaco a Salemi. Apriti cielo! I due Borsellino e Sonia Alfano aprirono un caso come se la cittadinanza di Salemi fosse inquinata dalla mia presenza continuando a rinfacciarmi le critiche, fondatissime, a Caselli che non mancherò di continuare a manifestare.

Combattere la mafia non vuol dire non essere criticabili, non dover rispondere dei propri errori. Del metodo di Sonia Alfano abbiamo un esempio oggi, nel rifiuto di dare solidarietà al Berlusconi ferito giacché «sarebbe ipocrita, visto che sono scesa in piazza contro di lui. Non posso dare solidarietà a un presidente del Consiglio che è un frequentatore di minorenni, un piduista, un corruttore, un frequentatore di mafiosi». L’elenco è avvincente e si indicano quattro condizioni del tutto estranee da ogni colpa o responsabilità di reato. Cosa vuol dire «frequentatore di minorenni»? Occorre capire che cosa ci fa e ricordare che dai sedici anni in su qualunque persona, in tempi in cui, soprattutto le donne, hanno una maturità precoce, può disporre di sé, del suo corpo e della sua anima come vuole. Cosa vuol dire «piduista»? Come finge di non sapere Sonia Alfano l’associazione P2 è stata riconosciuta con sentenza della Cassazione, del tutto estranea ad attività criminali e organizzate, condannando per i suoi specifici reati il solo Licio Gelli. Essere stati iscritti alla P2 non vuol dire assolutamente niente, e nessuno è stato condannato per questo. Non è colpa né reato esserne stati iscritti.

Sarà bene quindi ricordare che, demonizzati e diffamati sono stati iscritti alla P2 senza aver fatto nulla di male personaggi come Roberto Ciuni, Alfredo Sensini, Franco Di Bella, e perfino Roberto Gervaso. Giornalisti considerati rispettabili. Sono stati iscritti alla P2 Enrico Manca, Maurizio Costanzo e anche Alighiero Noschese e il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Forse la Alfano non esprimerebbe solidarietà al compianto Noschese e al generale Dalla Chiesa ucciso dalla mafia? Singolare iperbole, piduista e ucciso dalla mafia: come uscirà la Alfano da questa antinomia? E cosa vuol dire «corruttore»? Probabilmente la Alfano si riferisce alla vicenda Mills in cui è dimostrato che l’avvocato inglese ha ricevuto soldi da Carlo Bernasconi. Esiste il ragionevole dubbio che Berlusconi possa essere giudicato responsabile in questa vicenda, ma grazie - incredibilmente - al lodo che porta il suo nome, l’Alfano non può chiamare, se non diffamandolo, «corruttore» Berlusconi, non potendosi riferire neppure a una sentenza di primo grado.

Si tratta in tutti e tre i casi di presunzione di colpevolezza, in contrasto con la Costituzione, cui sempre si appellano i rappresentanti dell’Italia dei valori, oggettivamente diffamatorie. Quindi perseguibili penalmente. L’ultima ragione, la quarta, per la mancata solidarietà, poi, è enorme. Cosa vuol dire frequentatore di mafiosi? È la stessa, travagliesca, osservazione di Borsellino il quale ha dichiarato che bisogna «cacciare Berlusconi perché il suo partito è sorto con i capitali della criminalità organizzata, la quale ora lo ricatta». Parole in libertà, affermazioni indimostrate e indimostrabili, sommamente diffamatorie per un partito che è stato quello di Lucio Coletti, di Saverio Vertone, di Marco Taradash, di Piero Melograni, di Antonio Martino e di tante persone oneste che hanno creduto a ideali sui quali si basa la fondazione di un partito. I finanziamenti, che non mancavano a Berlusconi, non hanno niente a che fare con i soldi della mafia. Non vi è alcuna testimonianza di incontri tra Berlusconi e mafiosi. Al caffè Doney in via Veneto si incontrarono Gaspare Spatuzza e Giuseppe Graviano.

Nessuno dei due incontrò Berlusconi, anche volendo credere alla deposizione di Spatuzza. Dovremo considerare frequentatore di mafiosi, nell’interpretazione dell’Alfano, anche Aldo Moro perché frequentava Salvo Lima? Ma lei vorrà riferirsi allo stalliere Mangano, assunto a casa Berlusconi quando ancora non era stato accusato di associazione mafiosa. Dunque la solidarietà dell’Alfano è negata per quattro ragioni inesistenti, inventate.

Forse farebbe meglio a stare con me nella battaglia contro lo scandalo degli interessi della mafia nella cosiddetta energia pulita. Nelle orrende pale eoliche che sfigurano la sua Sicilia lasciandola incredibilmente indifferente.

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