Misure speciali anti-terrorismo Agenti Usa schierati a Malpensa

Controlli serrati a Malpensa, serratissimi. Tanto che per prendere il volo diretto a New York ci vuole mezz’ora in più. Tra check-in, doppio passaggio al metal detector e controllo dei documenti prima dell’imbarco, le pratiche si allungano. Se va bene di una ventina di minuti. I passeggeri mugugnano ma alla fine capiscono e passano da un filtro all’altro senza tante storie. «È una seccatura stare a togliersi scarpe e cintura ogni volta - commenta Sergio, in partenza per gli Stati Uniti - ma alla fine meglio così. Basta che tutto questo serva ad aumentare davvero la sicurezza». «Se il risultato è impedire atti terroristici, ben venga» commenta Stefano, in partenza per Amsterdam, che qualche tempo fa ha imbarcato per sbaglio un accendino senza che nessuno se ne accorgesse. «È sempre meglio aumentare i servizi - dicono Matteo ed Erika, diretti ai Caraibi - ma essere certi di arrivare a destinazione». Il doppio «spogliarello» e l’esibizione dei documenti non sconvolge i passeggeri e, soprattutto nelle ore più tranquille, non provoca particolari ritardi. Ma blinda l’aeroporto. «Purtroppo - spiega Marisa, in partenza per Londra - non c’è mai la certezza di effettuare controlli al 100 per cento, ma è un bene che si aumenti la sicurezza. Non solo in questi giorni». «Ci vogliono ben altri controlli - aggiunge, scettica, Paola - perché chiunque può entrare e piazzare una bomba all’interno dell’aeroporto».
La Sea, la società che gestisce Malpensa, ha predisposto misure precise ed ha schierato le squadre di controllo. «Avevamo già previsto un potenziamento dei turni del 20 per cento - spiegano alla società - per far fronte al traffico dell’esodo. E quindi siamo pronti anche per affrontare questa esigenza». Ad affiancare il personale dell’aeroporto sono arrivati anche i dipendenti di una società privata, addestrati ad hoc per individuare i soggetti sospetti. E poi ci sono le squadre anti terrorismo schierate dagli Stati Uniti. «Sui voli verso New York - precisa Sea - le compagnie americane hanno disposto controlli supplementari ai gate».
In aiuto del personale degli «007» ci sono anche due «sniffer», archetti dotati di filtri di aspirazione che vengono passati sugli abiti dei passeggeri (scelti a campione, in base alle indicazioni del ministero) e sui loro bagagli a mano: sono in grado di rivelare la presenza di tracce sub atomiche di esplosivo. Qualche equivoco si può verificare nel caso in cui il passeggero abbia assunto pastiglie contro la cardiopatia, che rilasciano una sostanza in grado di far scattare l’allarme. «In pochi minuti però - spiega la Sea - si svela l’equivoco». Per evitare che le operazioni di controllo facciano slittare la partenza del volo, le verifiche pre imbarco cominciano qualche minuto prima: i passeggeri che si presentano al gate in anticipo rispetto alla chiamata, vengono subito chiamati al controllo documenti per evitare di creare file e intoppi all’ultimo minuto e spalmare il lavoro delle hostess su un arco di tempo più esteso. Tutto il personale è più meticoloso nelle perquisizioni corporali e nulla viene lasciato al caso. Anche questo richiede più tempo e più concentrazione.

Aumentano i controlli anche a bordo degli aerei che, prima del decollo, vengono ispezionati da cima a fondo per scongiurare il rischio che tra i sedili qualcuno possa nascondere materiali pericolosi. I passeggeri non vengono informati, ma anche le regole prima di salire a bordo sono un po’ più rigide. Qualche compagnia, come la British Airways chiede perfino di aprire i pacchetti di Natale.

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