Nel Regno Unito sta tenendo banco un caso giudiziario relativo a una studentessa 15enne che ha partorito di nascosto mentre faceva da babysitter a un altro bambino, per poi gettare il neonato nella spazzatura facendolo morire. L’episodio risale all’agosto del 2018, ma, ultimamente, sono emersi nuovi dettagli sulla condotta della ragazza. Gli inquirenti hanno infatti raccolto finora importanti indizi allo scopo di ricostruire la dinamica della vicenda.
Secondo gli investigatori, riferisce Metro, la ragazza, mentre stava lavorando come bambinaia, avrebbe improvvisamente, intorno alle dieci e trenta del mattino, avuto le contrazioni e si sarebbe in seguito isolata in una stanza della casa in cui stava prestando servizio. Messasi su un letto, l’adolescente avrebbe così dato alla luce il neonato, suscitando l’attenzione del bambino a cui stava badando. Il ragazzino, una volta entrato nella stanza del parto, avrebbe trovato la 15enne a letto piena di sangue, ma lei avrebbe replicato dicendo che aveva perso sangue dal naso e invitandolo ad andarsene.
Poco dopo, ha raccontato alla polizia lo stesso bambino, si sarebbero sentiti i vagiti del neonato, con la giovane che sarebbe quindi uscita di casa per gettare un sacco dell'immondizia nel cassonetto sul retro. Rientrata dal buttare la spazzatura, la studentessa si sarebbe messa a pulire l’abitazione dalle macchie del suo sangue. Una volta tornata a casa la mamma del bambino sorvegliato dalla 15enne avrebbe subito notato che c’era qualcosa che non andava. La babysitter continuava infatti a perdere sangue dall'addome. La donna, avrebbe poi deciso di portare d’urgenza la giovane in ospedale.
I medici del Blackpool Victoria Hospital, nell’ovest dell’Inghilterra, si sarebbero immediatamente resi conto che la ragazza aveva partorito e la stessa avrebbe quindi raccontato ai sanitari la sua versione dell’accaduto. La studentessa, prosegue la ricostruzione fatta dagli inquirenti, avrebbe confessato ai medici di avere dato alla luce un neonato senza però mai sapere di essere incinta, affermando inoltre che il suo bambino sarebbe nato morto (in realtà, il piccolo era vivo, poiché il bambino ne aveva sentito i vagiti). I sanitari avrebbero di conseguenza avvertito la polizia, che, messasi sulle tracce del neonato, lo avrebbero trovato, in quel cassonetto, avvolto in un mucchio di vestiti dentro un sacchetto di plastica, privo di vita.
A smentire il racconto della 15enne stanno contribuendo, in base alle indagini della magistratura locale, sia le testimonianze fornite dal bambino a cui l’adolescente stava badando sia alcune ricerche fatte su Google dalla stessa prima di avere le contrazioni. Il fatto che la 15enne fosse ignara di essere incinta è stato appunto confutato dalle sue ricerche sul web in merito ai “metodi per partorire in casa”, “cosa significano le doglie” e “come recidere un cordone ombelicale”.
La ragazza non è stata ancora ufficialmente incriminata dalla Corte per la soppressione del neonato, ma i numerosi indizi raccolti ultimamente dalla pubblica accusa potrebbero aggravare la posizione processuale della studentessa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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