Ancora esplosioni in territorio russo: cosa succede a Belgorod

In Russia altre esplosioni hanno riguardato la regione di Belgorod, vicina al confine con Kharkiv. Proprio qui i russi hanno lanciato diversi attacchi nel cuore della notte

Ancora esplosioni in territorio russo: cosa succede a Belgorod

Nella notte è stato il fronte orientale a far registrare le principali novità in Ucraina. Qui a parlare sono le armi, ma l'attenzione è stata rivolta anche alle operazioni di evacuazione dall'impianto Azovstal di Mariupol, le quali dovrebbero riprendere a breve. Intanto nuove esplosioni hanno coinvolto la regione russa di Belgorod, già teatro domenica di altri simili episodi. Nella notte le due nuove esplosioni hanno riguardato non meglio precisati obiettivi, ma da Kiev non sono arrivate rivendicazioni di operazioni concluse oltre confine.

Il fronte di Izyum

Molte notizie sono arrivate dal fronte di Izyum. Qui sabato gli ucraini avrebbero centrato un campo di comando russo. Agenzie ucraine hanno parlato per tutta la giornata di domenica del ferimento del capo di stato maggiore dell'esercito russo, Valery Gerasimov. Ma dai comandi ucraini non è arrivata alcuna conferma. La notizia ad ogni modo dimostra come sia Izyum il fronte più delicato. Perché l'obiettivo di Mosca da qui è cingere d'assedio le tre principali città del Donbass in mano ucraina, ossia Slovjansk, Kramatorsk e Severodonetsk.

Altri raid nella notte hanno ulteriormente animato il campo di battaglia. L'esercito di Kiev parla di “stallo russo”, mentre l'intelligence di Londra di “avanzata lenta” da parte russa. Gli scontri sia oggi che nei prossimi giorni ad ogni modo si prevedono molto aspri. Gli ucraini nella zona hanno linee di difesa fortificate, alcune delle quali risalenti anche al 2014, all'anno cioè della guerra del Donbass e dei primi scontri tra forze lealiste e combattenti separatisti di Donetsk e Lugansk.

Nelle ultime ore forti esplosioni sono state rilevate anche a Kharkiv, la seconda città del Paese, nonché una delle più martoriate dall'inizio della guerra. Diversi raid avrebbe colpito obiettivi sia in periferia che nelle aree circostanti. Qui i russi sono ancora presenti poco lontano dal centro, anche se gli ucraini controllano saldamente la città.

Scattato coprifuoco a Odessa

Viene seguito con attenzione anche il fronte di Odessa. Nella notte è scattato il coprifuoco. Questa volta la misura non è relativa a combattimenti e raid, bensì volta a evitare possibili scontri e manifestazioni. Oggi infatti ricorre l'ottavo anniversario della strage di Odessa. Il 2 maggio 2014 almeno 42 manifestanti filorussi, radunati per protestare contro le nuove autorità di Kiev al potere dopo le proteste di Euromaidan, sono stati uccisi in un incendio appiccato attorno la Casa dei Sindacati, struttura in cui i filorussi si erano rifugiati.

Un episodio che ogni anno ha portato decine di persone a ricordare davanti il luogo dell'eccidio quanto avvenuto quel giorno. Ma quest'anno non sarà possibile vista la guerra e vista la delicata situazione militare in cui si trova Odessa. Per cui il coprifuoco varrà per tutta la giornata. Intanto nella vicina Mykolaiv sono risuonate nelle scorse ore le sirene di allarme aereo, nelle prossime ore la città potrebbe essere raggiunta da nuovi raid.

La situazione ad Azovstal

Dopo l'evacuazione di almeno cento civili (80 secondo Mosca) dall'acciaieria Azovstal di Mariupol, dovrebbero riprendere in mattinata le operazioni per mandare via dalla struttura assediata altre persone. Qui sono rimasti gli ultimi militari ucraini asserragliati dopo l'arrivo nel resto della città dei soldati russi e filorussi. Ma ci sono ancora molti civili.

Gli autobus per Zaporizhzhia e per le tendopoli allestite

anche in territori occupati dai russi dovrebbero riprendere la marcia. A gestire le operazioni sono la Croce Rossa e il personale delle Nazioni Unite, in coordinamento con i governi e i comandi militari di Russia e Ucraina.

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