La mozione presentata dal governo britannico di Boris Johnson per chiedere le elezioni politiche anticipate al 12 dicembre è stata bocciata dal parlamento. La Brexit subisce dunque un nuovo rinvio.
La Camera dei Comuni ha respinto la richiesta di Johnson, che sperava di sciogliere le Camere il prossimo 6 novembre per regolare i conti con quei parlamentari che pochi giorni fa gli avevano impedito di portare il Paese fuori dall'Unione Europea entro il 31 ottobre.
La strategia del primo ministro britannico, dopo l'ennesimo rinvio del deal, era chiara e semplice: avere una nuova maggioranza compatta pronta a supportare il ritiro dall'Ue. Tutto in fumo, perché la mozione è stata bocciata alla Camera dei Comuni. Non c'è stato il quorum di due terzi necessario per ottenere il semaforo verde, anche e soprattutto a causa del no ribadito da parte dell'opposizione laburista.
Conti alla mano, sono mancati 135 voti.
Cosa succede adesso?
A questo punto Johnson ha una sola strada: accettare la proposta di due partiti di opposizione, Snp e LibDem, i quali chiedono di andare al voto il 9 dicembre, ipotesi possibile modificando la legge vigente sulle elezioni con una maggioranza semplice.
L'Unione Europea è pronta a concedere una proroga per il raggiungimento di un accordo finale fino al 31 gennaio 2020, con l'eventualità di una possibile uscita anticipata del Regno Unito dall'Ue nel caso in cui l'accordo venisse ratificato prima di quella data.
In ogni caso,
scrive il Guardian, Johnson non si arrende e può ancora farcela.Le elezioni anticipate, infatti, possono ancora esserci, seppur in una data differente rispetto a quella inizialmente proposta dall'attuale esecutivo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.