Prima le vignette su ponte Morandi, poi quelle sul terremoto di Amatrice. Infine quelle sull'incendio e il (parziale) crollo della Cattedrale di Notre-Dame di Parigi. Charlie Hebdo - la rivista satirica francese nota per l'attacco terroristico subito il 7 gennaio 2015 e costato la vita a 12 persone, tra cui molti vignettisti - è finita di nuovo nella bufera. Stavolta l'indignazione è confinata esclusivamente in Francia, sconvolta il 25 novembre dall'incidente aereo nel Mali, in Africa, dove sono morti 13 soldati transalpini.
Un lutto nazionale che ha raggiunto il suo picco emotivo oggi 2 dicembre, quando a Parigi si sono svolti i funerali di Stato. La vigilia, però, è stata funestata dalle polemiche per alcuni disegni comparsi nei giorni scorsi sul sito internet di Charlie Hebdo. Come riporta tra le altre France24, una delle cinque vignette diffuse online mostrava il presidente francese, Emmanuel Macron, in piedi davanti a una bara coperta dal tricolore francese. Il testo recitava: "Mi sono unito ai ranghi per distinguermi dalla folla", slogan impiegato dall'esercito per promuovere l'ultima campagna di reclutamento.
Un disegno giudicato di cattivo gusto da una parte dell'opinione pubblica, mentre il Capo di Stato maggiore dell'esercito, generale Thierry Burkhard, ha espresso "indignazione" per le vignette in risposta alle morti della scorsa settimana. Mentre l'editore di Charlie Hebdo, Laurent "Riss" Sourisseau, ha difeso lo "spirito satirico" degli ultimi disegni, pur riconoscendo l'importanza del lavoro dell'esercito francese colpito dall'immane tragedia.
@Charlie_Hebdo_ en caricaturant les morts du #Mali est dans son rôle.....
— Lagisker Blouses Blanche & Noire φ (@pointepern) November 30, 2019
On ne peut pas dire "être Charlie" un jour de 7 janvier 2015 et piétiner ses dessins lorsqu'on est en désaccord !
De plus #CharlieHebdo pointe la sale guerre décidée par #Hollande pic.twitter.com/f2lcNkU5Jm
Era il 25 novembre, quando due elicotteri militari francesi si erano scontrati nei cieli del Mali durante un'operazione notturna contro i jihadisti. I due velivoli si erano schiantati, provocando la morte di 13 soldati. La Francia si è subito stretta attorno alle famiglie dei 13 militari deceduti, fino alle polemiche delle ultime ore. Il generale Burkhard, in un tweet, ha manifestato "Profonda indignazione e incomprensione alla vista di questo disegno da Charlie Hebdo. Il mio pensiero va prima di tutto alle famiglie di tutti quei soldati uccisi in combattimento per difendere le nostre libertà", ha scritto Burkhard prima di spedire una lettera all'editore della rivista accusandolo di avere macchiato il periodo di lutto per le famiglie delle vittime. "Riss" gli ha risposto così: "Il nostro giornale deve rimanere fedele al suo spirito satirico, a volte provocatorio. Tuttavia, vorrei dire che siamo consapevoli dell'importanza del lavoro svolto dai soldati francesi nella lotta contro il terrorismo".
Da tempo, l'esercito transalpino è impegnato in Mali per aiutare le forze locali nell'area del Sahel in Africa a combattere le forze jihadiste sempre più attive nell.
Come detto all'inizio, non è certo la prima volta che Charlie Hebdo fa parlare di sé per le sue vignette considerate da molti oltraggiose.
Inoltre, la rivista diretta da Sourisseau ha una lunga tradizione di satira antimilitarista, per non parlare poi dei quotidiani attacchi alla religione, e non solo quella cristiana. In particolare, le offese all'Islam e al profeta Maometto hanno attirato l'attenzione delle frange musulmane più estremiste, fino al massacro del gennaio 2015 in cui rimasero uccise in tutto 12 persone, tra cui diversi vignettisti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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