La Cina ha intercettato un missile balistico a medio raggio

Sarebbe il terzo test per il sistema di difesa antimissile di metà traiettoria con base a terra della Cina. Le similitudini con il THAAD e l'arsenale ASAT di Pechino

La Cina ha intercettato un missile balistico a medio raggio

La Cina ha intercettato un missile balistico a medio raggio nell'atmosfera esterna. E’ quanto comunica il Ministero della Difesa cinese in una nota affidata al People's Daily, il giornale ufficiale del Partito Comunista.

“L'intercettazione è stata testata con successo all'interno del territorio cinese colpendo l'obiettivo prefissato. Il test era di natura difensiva e non aveva come obiettivo alcun paese”.

Pechino non dirama altri dettagli.

La tecnologia ground-based midcourse defense della Cina

Del test di questa notte non sappiamo nulla. Si ignora il sistema di intercettazione utilizzato nel test dall’Esercito Popolare di Liberazione. L’infografica pubblicata dal People's Daily a corredo della nota del Ministero della Difesa cinese ritrae l’architettura (non aggiornata) dei sistemi americani. Sebbene non vi sia conferma ufficiale, la Cina dovrebbe aver utilizzato un Exoatmospheric Kill Vehicle, sistema cinetico di rilascio che utilizza i dati di orientamento e sensori di bordo per identificare e distruggere un missile in arrivo nello spazio. Gli intercettori a tre stadi sono progettati per distruggere i missili con l’energia cinetica da impatto (Hit to Kill). Si tratterebbe del terzo test per il sistema cinese di difesa antimissile di metà traiettoria con base a terra dopo quelli effettuati nel gennaio del 2010 e del 2013.

Il ciclo missilistico è diviso in tre fasi: spinta, manovra nello spazio e terminale. Un missile balistico intercontinentale dopo la fase di propulsione e spinta, raggiunge l’orbita terrestre per rilasciare il veicolo di rientro principale, la punta del missile. Quest’ultima, una volta posizionata tramite navigazione inerziale, rilascia le testate che colpiscono gli obiettivi rientrando dall’atmosfera terrestre. La tecnologia ground-based midcourse defense mira ad intercettare i missili a lunga gittata nella fase intermedia del volo di un missile balistico.

La Cina ha avviato gli studi sulla tecnologia di intercettazione missilistica di metà traiettoria basata a terra nel 1964 all’interno del Programma 863 finanziato dallo Stato.

Il principale intercettore (noto) della Cina è l’HQ-19 (CSA-X-19) che deriva dal sistema HQ-9 sviluppato dell’S-300 russo. Secondo il rapporto del Pentagono sugli sviluppi militari cinesi consegnato al Congresso pochi mesi fa, “il sistema CSA-X-19 è concepito principalmente per ingaggiare i missili balistici a medio raggio. Potenzialmente ed in determinate circostante, potrebbe essere rivolto contro le minacce a raggio intermedio”.

L’HQ-19 sembrerebbe essere simile per capacità al THAAD (Terminal High Altitude Air Defense) statunitense. Il Ground-Based Midcourse Defense ed i missili SM-3 degli Stati Uniti sono progettati per colpire i missili nello spazio. Il Kinetic Kill del Terminal High Altitude Area Defense o THAAD, così come la versione Patriot, PAC-3 del Ballistic Missile Defense, sono ritenuti in grado di distruggere un missile balistico a medio e corto raggio grazie all’energia cinetica da impatto nella sua fase terminale, in prossimità del suo obiettivo. THAAD è generalmente considerato più efficace contro i missili della classe MRBM, con limitate capacità contro gli IRBM.

Il commento dei media cinesi internazionali (controllati dal governo)

“La breve dichiarazione del Ministero della Difesa nell’annunciare il successo del test di intercettazione, segna un importante passo nel processo di modernizzazione dell’Esercito Popolare di Liberazione. Solo pochi paesi possono vantare una tale padronanza nella tecnologia di intercettazione missilistica”.

E’ quanto si legge nell’ultimo editoriale pubblicato sul China Daily

“La modernizzazione militare della Cina non deve essere vista come una potenziale minaccia alla sicurezza ed agli interessi degli altri. Come dichiarato esplicitamente dal Ministero della Difesa, il test era difensivo e non rivolto a nessun paese. Date le sempre più complesse e gravi situazioni di sicurezza alle sue porte ed il crescente squilibrio missilistico, sarebbe negligente per la Cina non fronteggiare il sempre più ostile ambiente geopolitico regionale. Pechino deve ristabilire l'equilibrio con il proprio sistema di difesa missilistico. Sebbene il Giappone e la Repubblica di Corea si riferiscano alle minacce missilistiche dalla Repubblica Popolare Democratica di Corea come scusa per schierare sistemi anti-missile, queste non possono mascherare la verità. Invece di essere a loro difesa, i sistemi sono finalizzati ad aumentare la pressione geostrategica su Cina e Russia come parte della strategia degli Stati Uniti nel perseguire la superiorità militare assoluta. Solo mantenendo un equilibrio strategico e rendendo la deterrenza alle minacce militari più capace e affidabile, la Cina potrà salvaguardare la propria sicurezza nazionale e la pace regionale”.

Editoriale del Global Times , quotidiano controllato dal Partito Comunista.

“Così come gli Stati Uniti, il test dimostra che la Cina è in grado di gestire la tecnologia di intercettazione. Il successo dei tre test dimostra una tecnologia matura a difesa della Cina. Stati Uniti e Giappone hanno condotto test simili. L'intercettazione intermedia nell'atmosfera esterna è la più affidabile ed efficace, ma richiede anche un'elevata precisione. La Cina ha sviluppato sistemi di comunicazione, navigazione satellitare e rilevamento aereo per affinare la propria architettura di difesa antimissile di metà traiettoria con base a terra. Solo le superpotenze possono sviluppare una tecnologia così complessa. Soltanto Cina, Russia e Stati Uniti possiedono radar di allerta precoce per rilevare in tempo reale i missili in avvicinamento. La Cina ha svelato al mondo il proprio radar di allerta precoce pochi mesi fa, dopo cinque anni di test eseguiti con eccellenti risultati. Armi e strutture della Cina sono pronte per il combattimento. Pechino deve ore migliorare ulteriormente la precisione e rendere l'intero sistema di intercettazione più flessibile. Tuttavia un test non rappresenta una situazione combattimento reale. A prescindere dall’architettura di intercettazione terrestre, la Cina sta sviluppando un sistema basato sulle grandi navi da guerra”.

Il sistema THAAD

Washington e Seoul ribadiscono la natura difensiva del sistema THAAD contro la crescente minaccia nucleare e missilistica della Corea del Nord. Pechino, tuttavia, teme le capacità di rilevamento radar del sistema antimissile americano. Nessuno sistema missilistico di difesa assicura una schermatura completa. Sono asset concepiti per ridurre la percentuale dei missili in entrata e per garantire la rappresaglia. Il Kinetic Kill del Terminal High Altitude Area Defense o THAAD, è ritenuto in grado di distruggere un missile balistico a medio e corto raggio grazie all’energia cinetica da impatto. Non è mai stato utilizzato in combattimento: è un sistema semplicemente simbolico dato che Pyongyang potrebbe utilizzare altri asset per colpire la Corea del Sud. Il raggio di intercettazione è di 200 km ad un'altitudine operativa di 150 km ed una velocità massima di Mach 8.24. I sistemi THAAD della Lockheed Martin chiudono il cerchio difensivo a protezione dello strato esterno della Corea del Sud, integrandosi ai sistemi Aegis e Patriot già attivi. Il suo raggio di intercettazione è di 120°: un sottomarino, concettualmente, potrebbe lanciare il suo carico da qualsiasi direzione. Per farla breve: radar e lanciatori non possono intercettare una minaccia proveniente da una raggio diverso da quello preimpostato. Dovranno essere nuovamente riposizionati. Se la Corea del Nord lanciasse una manciata di missili convenzionali (sempre dalla direzione sperata), i danni provocati sarebbero accettabili diversamente dalle testate nucleari contro cui il margine di intercettazione, pena conseguenze inaccettabili, dovrebbe raggiungere il 100%. Grado di certezza che non sarà mai possibile raggiungere, tuttavia quando incorporato in un’architettura di difesa, il THAAD incrementa la possibilità di intercettare i missili in entrata (parliamo sempre di una manciata di missili). Per ammorbidire la posizione della Cina, il radar in banda X è posto in modalità di intercettazione terminale.

Il THAAD come l’Aegis Ashore in Europa

Sono dettagli tecnici, sempre meno rilevanti nelle dinamiche politiche internazionali, ma sarebbe opportuno precisare che il THAAD non aumenta esponenzialmente le capacità difensive per contrastare la minaccia missilistica della Corea del Nord. La Corea del Sud dispone di batterie Patriot, schierate in maggior numero rispetto agli intercettori Kinetic Kill del THAAD, oltre a nove cacciatorpediniere in turnazione. Ogni singolo intercettore del Terminal High Altitude Area Defense costa mediamente 11 milioni di dollari, rispetto ai 2,5/4 milioni del Patriot. Il reale vantaggio del THAAD è il radar interoperabile AN-TPY-2 e la sua capacità comando e controllo C2 BMC (Battle Management, and Communications System) delle minacce in arrivo per la migliore soluzione di tiro: PAC-3 MSE, PAC-3, PAC-2, THAAD. L’implementazione del sistema in Corea del Sud è quindi legata alle capacità del radar AN-TPY-2, poiché in grado di rilevare, classificare e tracciare i missili balistici diretti contro il Giappone o altri bersagli nel Pacifico. Un’architettura di difesa missilistica avanzata quindi, simile all’Aegis Ashore in Europa.

Come funziona il radar AN-TPY-2

Quando il radar AN-TPY-2 della Raytheon rileva un missile, acquisisce, traccia e discrimina il grado della minaccia. In modalità avanzata, il radar è posizionato a ridosso di un territorio ostile per acquisire i missili balistici nella fase di salita, subito dopo il lancio. Quando l’AN / TPY-2 viene impiegato in modalità terminale (nel caso della Corea del Sud), il radar rileva, acquisisce, traccia e discrimina i missili balistici nella fase di discesa. Mentre nella modalità avanzata, il radar passa le informazioni critiche al Command and Control Battle Management, in quella terminale si attivano direttamente gli intercettori.

Cosa teme la Cina?

La Cina non teme certamente la capacità di fuoco del THAAD, ne il suo radar AN-TPY-2. Se fosse rivolto verso Pechino, sarebbe in grado di raccogliere dati sulle testate nucleari cinesi, ma soltanto su una piccola porzione del suo territorio. Il governo cinese sembra avere una visione esagerata delle capacità del radar, stimando il suo raggio in oltre 3000 km. Qualora le forze strategiche cinesi lanciassero una attacco di saturazione contro la Corea del Sud, il sistema THAAD non potrebbe fare assolutamente nulla. Considerando che per ogni missile in entrata si lancerebbero due intercettori sui 48/96 disponibili, verrebbero distrutti (ammesso per assurdo che vi sia una percentuale pari al 100% di successo) dai 24 ai 48 missili in fase terminale. Percentuale minima rispetto alle centinaia di testate che Pechino lancerebbe in un attacco nucleare. La Cina ritiene il radar in banda X come in grado di monitorare i lanci strategici cinesi, ma la griglia di rilevamento statunitense è attiva da tempo. Oltre alle diverse costellazioni satellitari, gli Stati Uniti gestiscono radar a lungo raggio in Qatar ed il PAVE PAWS di Taiwan in grado di monitorare ed esaminare i test missilistici della Cina. In Giappone sono attivi due sistemi radar AN-TPY-2 integrati nella griglia Usa: il primo presso il sito di comunicazione Kyogamisaki nella prefettura di Kyoto ed il secondo, Shariki, nella prefettura di Aomori. L'implementazione in Corea del Sud, quindi, non comporta un miglioramento significativo della capacità degli Stati Uniti di controllare i test missilistici cinesi. Il THAAD è concepito per intercettare una manciata di missili in arrivo, non per contrastarne centinaia in fase terminale. Quel sistema, militarmente irrilevante per Pechino, rappresenta un’incognita politica per la nuova Cina in ascesa e per i suoi confezionati interessi fondamentali, così come sta avvenendo nel contestato Mar Cinese Meridionale. La Corea del Sud è vista come un nuovo attore regionale che non riconosce l’armoniosa espansione della Cina. La prima vittima del THAAD potrebbe essere quell'interdipendenza economica che lega proprio la Corea del Sud alla Cina. Pechino, teme la nuova unità d’intenti regionale culminata nel sistema antimissile condiviso e quel sistema virtuale di sicurezza collettiva.

L’arsenale ASAT della Cina

Gli unici paesi al mondo, insieme agli Stati Uniti, a disporre di missili anti-satellite sono la Russia con il sistema Nudol e la Cina con il Dong Neng-3. Ciò significa che i tre paesi possiedono la capacità di interrompere l’intera linea C5ISR orbitale, rendendo cieco il nemico. L’intero arsenale cinese prevede missili ASAT, sistemi anti-satellite co-orbitali, disturbatori terrestri ed armi ad energia cinetica diretta. I sistemi asimmetrici ASAT, Anti-satellite weapons, mirano alla paralisi delle capacità SatCom ed Isr (Intelligence, surveillance and reconnaissance) fondamentali per le operazioni militari e le infrastrutture civili. I satelliti sono utilizzati per la navigazione di precisione, il targeting, la comunicazione e la raccolta di informazioni. In linea di principio, la perdita della rete GPS eliminerebbe l'efficacia di tutti i missili convenzionali a lungo raggio e degraderebbe il vantaggio dei principali sistemi a guida di precisione. Principio che va raffrontato con le capacità ISR delle diverse costellazioni satellitari, comprese quelle ombra del National Reconnaissance Office, del Pentagono. Il primo obiettivo dei cinesi in un ipotetico conflitto, sarebbe quello di oscurare la rete di spionaggio ed intelligence USA. Gli Stati Uniti prevedono di subire diversi tipi di attacchi cinetici, elettronici ed informatici oltre a raid convenzionali contro le strutture di supporto a terra. I cinesi stanno attualmente sviluppando due nuovi missili ASAT in grado di colpire i satelliti in orbita inferiore e superiore così come sistemi co-orbitali armati. Se eseguiti con successo, tali attacchi potrebbero minacciare in modo significativo, ma non definitivo l’intera rete orbitale degli Stati Uniti, specialmente se molteplici vettori venissero lanciati contro i satelliti militari e di intelligence. Previsto, infine, l’impiego di testate nucleari.

Un’esplosione nucleare nella bassa orbita terrestre creerebbe un impulso elettromagnetico che potrebbe mettere fuori uso anche i satelliti schermati. La Cina continua a testare in contesti operativi sia armi ad energia diretta che jammers satellitari. Il 23 luglio del 2014, i cinesi hanno per la prima volta distrutto un satellite meteorologico fuori servizio.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica