Adesso Bruxelles cambia tutto: frontiere chiuse e Patto sospeso

L'Unione europea costretta alla rivisitazione dei suoi pilastri. La Von der Leyen sta ragionando sulla chiusura delle frontiere, ma non è tutto: pure il Patto di Stabilità dovrebbe essere soggetto a sospensione

Adesso Bruxelles cambia tutto: frontiere chiuse e Patto sospeso

L'Unione europea, in questi giorni, è costretta a rivedere alcuni dei suoi pilastri ideologici: la pandemia dovuta al Covid-19 comporta che le frontiere europee possano,e magari debbano, essere chiuse.

Fino a qualche settimana fa, uno scenario del genere era del tutto impossibile da pronosticare. Ieri invece, il presidente Juan Fernando Lopez Aguilar, che è incaricato presso la Commissione dell'Ue che è deputata a ragionare di libertà di circolazione, ha ammesso come, per quanto i diritti e la proporzionalità debbano essere rispettati in ogni caso, qualcosa in termini di accessi possa essere destinato a cambiare in breve tempo. Un parere che è stato confermato dall intenzioni della Von der Leyen.

E questo elemento di riflessione, che non era affatto scontato, vale per quelle nazioni che non hanno sottoscritto la Convenzione di Schengen, che però scricchiola a sua volta, come dimostrato da quanto messo in campo dalla Spagna, che ha circoscritto le possibilità di fare il proprio ingresso all'interno del suolo iberico ai soli cittadini spagnoli, con qualche rilevante eccezione che riguarda il corpo diplomatico o i lavoratori che provengono dall'esterno dei confini nazionali.

Schengen, in Spagna, non è sospeso de jure, ma de facto sì. Non c'è molto altro da dire. Ora bisognerà constatare se l'Unione europea sarà disposta ad adeguarsi o meno ai provvedimenti dei vari esecutivi nazionali, che devono anzitutto fare fronte alla situazione interna. Il livello della dialettica è duplice: da una parte c'è il diritto internazionale, che può essere interessato da novità sostanziali; dall'altra c'è quello europeo, che può comunque essere modificato in parte, per via della straordinarietà della situazione contemporanea. Ma il focus sui confini è soltanto uno di quelli essenziali tra quelli posizionati sui tavoli di Bruxelles.

Ursula Von der Leyen, la presidente della Commissione europea, è stata abbastanza chiara: le frontiere dell'Ue possono essere sigillate. Almeno per il prossimo mese. Così, per un periodo di circa trenta giorni, i cittadini extraeuropei potrebbero avere più di qualche difficoltà a superare i confini del Vecchio Continente. Chi lo avrebbe mai detto? Un discorso diverso vale per le merci e per i trasporti, che devono essere garantiti, prescindendo dalla zona di provenienza. Questa è una ratio che l'esponente della Cdu ha sottolineato in modo marcato. E questo è n punto che è stato evidenziato pure da quanto ripercorso dall'Agi, che ha cristalizzato lo stato degli interventi che stanno per essere ufficializziati dagli enti sovra-istituzionali europei.

Poi c'è un altro piano di discussione, che non è territoriale: quello che è inerente alla "clausola di salvaguardia generale", che predisporrà di fatto un'ulteriore sospensione: il Patto di stabilità, che pareva un capisaldo irrinunciabile delle burocrazie europee, dovrà fare i conti con le necessità delle singole realtà nazionali, che devono combattere contro la diffusione del coronavirus e non possono badare troppo ai vincoli economicistici. "La situazione economica è molto grave.

Tutte le misure che sono state prese sul piano sanitario, che sono corrette per contenere il virus, hanno un impatto enorme sulla nostra economia", ha fatto sapere la Von der Leyen, come raccontato sull'agenzia sopracitata.

Flessibilità economica e frontiere chiuse a chi non fa parte dell'eurozona: i nuovi mantra europei, entrambi derivanti dalla pandemia dovuta al coronavirus, sono questi due.

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