Cresce la pressione su Macron: il caso Benalla lo fa traballare

Dopo il licenziamento del collaboratore che aveva picchiato un manifestante, non si frenano le polemiche su Emmanuel Macron

Cresce la pressione su Macron: il caso Benalla lo fa traballare

Dalle stelle alle polemiche politiche. La vittoria del Mondiale di calcio per Macron può rivelarsi un incredibile autogol, molto peggio di quello segnato da Mandzukic alla finale di Mosca. A infastidire i sogni notturni del presidente francese c'è infatti il caso Benalla, il collaboratore registrato in un video mentre picchia un manifestante.

Oggi Macron, secondo Le Parisien, avrebbe ricevuto ieri all'Eliseo i ministri dell'Interno e della Giustizia Gérard Collomb e Nicole Belloubet per discutere della delicata vicenda. Domani, infatti, il ministro dell'Interno dovrà riferire in parlamento sulla questione. Il collaboratore è stato licenziato ed è agli arresti, ma per gli oppositori di Macron la lettera di licenziamento sarebbe arrivata troppo in ritardo. Quando ormai la polemica era scoppiata. Solo stasera, Le Monde, ha riporato brevi dichiarazioni del presidente affidate ai suoi collaboratori. L'inquilino dell'Eliseo ha riconosciuto che ci sono state "disfunzioni all'Eliseo" nel caso di Alexandre Benalla, definendo il suo comportamento "sorprendente e inaccettabile". Ma non è detto che sarà sufficiente a spegnere le polemiche.

Sono tre infatti le indagini aperte sul caso. Una quella del Parlamento, poi quella della magistratura e della polizia. Macron per ora si è trincerato dietro alle indagini reputando "non necessario" dire qualcosa. Ma anche nella sua maggioranza di governo c'è chi pensa che sarebbe necessario "comunicare velocemente e chiaramente per cercare almeno di fermare il caso". "Si cerca di coprire un affare di Stato dietro una procedura di licenziamento molto tardiva", ha detto ieri Laurent Wauquiez dei Repubblicani, assicurando che "Macron dovrà rendere conto ai francesi"

La procura di Parigi ha affidato a un giudice istruttore le indagini e per ora il collaboratore di Macron è indagato per le accuse di violenza e interferenze nell'esercizio di funzione pubblica rivolte. Insieme ad Alexandre Benalla, nella bufera è finito anche Vincent Crase (dipendente del partito del presidente La Republique En Marche). Per loro è già stata richiesta l'interdizione dai pubblici uffici.

Intanto tre agenti di polizia, quelli che avrebbero trasmesso i filmati di videosorveglianza al Benalla, l'accusa ha chiesto che fosse loro vietato svolgere la funzione per la quale hanno commesso i presunti reati. Per tutti e cinque la Procura di Parigi ha ordinato l'arresto, quando fino a sabato sera erano solo stati fermati e tenuti in custodia di polizia.

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