Il futuro dell'Afghanistan nelle mani dei talebani

Tanti gli ospiti presenti in occasione di "Afghanistan, Taliban and the future", evento tenutosi a Villa Malta, a Roma per commemorare il 20esimo anniversario del martirio di Ahmed Shah Massoud

Il futuro dell'Afghanistan nelle mani dei talebani

L'Afghanistan è caduto in pochi giorni proprio "come un castello di sabbia". Fawzia Koofi, prima donna vicepresidente del parlamento afghano, ha usato questa immagine per far capire cosa è accaduto nel suo Paese. Lo ha fatto in occasione di "Afghanistan, Taliban and the future", evento tenutosi a Villa Malta, a Roma, per commemorare il 20esimo anniversario del martirio di Ahmed Shah Massoud, organizzato dall'Ambasciata dell'Afghanistan a Roma in collaborazione con l'Osservatorio GLocal per le Comunità Locali, e la ASCE di Venezia.

Il sacrificio di Ahmed Shah Massoud

Presente anche Khalid Zekriya, ambasciatore della Repubblica Islamica dell'Afghanistan in Italia. Il signor Zekriya ha parlato al pubblico presente della necessità che la comunità internazionale riconosca l'Afghanistan come attualmente nelle mani di un governo di terroristi. Un governo, tra l'altro, che non rappresenta le speranze e i sogni afghani di cui si fecero portavoce, con sangue e sudore, màrtiri come Massoud.

In un giorno così speciale, la figura di Massoud è stata rievocata dai presenti con racconti e aneddoti storici. Innanzitutto il sacrificio di Massoud è stato importante perché ha posto le basi per il moderno Stato dell'Afghanistan. Una conquista fondamentale che il governo talebano, appoggiato dal Pakistan, cercherà di distruggere nei giorni a venire.

In ogni caso, quello afghano è un popolo resiliente, e le immagini odierne di donne che protestano saranno sempre più consuete nei prossimi mesi. Risulta poi importante capire che l'Afghanistan rappresentato da Massoud si configurava come inclusivo e moderato, oltre che progressista. Un altro aspetto totalmente assente nel Paese finito in mano ai talebani.

Una svolta geopolitica

Il generale italiano Giorgio Battisti ha onorato Massoud come sostenitore del progresso e di tutti i militari alleati sbarcati in Afghanistan nel 2001. Onorando il sacrificio dei soldati italiani, ha ricordato che migliaia di soldati afghani hanno dato la vita per difendere la loro patria. La narrazione che le forze di difesa afghane siano appena crollate è stata una terribile e fittizia propaganda, poiché dal 2012 la maggior parte dei combattimenti è stata condotta da militari afghani. Senza ordini dall'alto, le forze di difesa afghane non si sarebbero piegate, ha aggiunto. Il generale ha quindi inviato i suoi migliori auguri, da soldato a soldato, a coloro che combattono nel Panjshir per la democrazia e la libertà, contro i droni e le forze speciali di paesi stranieri.

Laura Harth, attivista dei diritti umani, ha invece sottolineato l'importanza di un'alleanza globale per proteggere la libertà e la democrazia. Ha espresso il timore che la violenza in Afghanistan contro donne, giornalisti e minoranze possa essere sempre più stringente.

Emilio Ciarlo, dell'Agenzia italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo (Ministero degli Affari Esteri), ha parlato della necessità del National Building. Ha sottolineato i rischi di un Afghanistan instabile per il mondo intero. Il fallimento dell'Occidente nell'assistere la democrazia si ripercuoterà nei Balcani e nel Nord Africa e rappresenterà un pericolo per l'Europa, con l'aumento del flusso di narcotici, armi e un Islam ancor più militante.

L’ingresso talebano del 15 agosto a Kabul, inoltre, segna una svolta geopolitica voluta da parte della superpotenza guida dell’Occidente. Svolta di cui ci pentiremo per molti anni a venire, ha detto Andrea Nicastro, inviato speciale del Corriere della Sera. Fausto Biloslavo, giornalista de Il Giornale, appena tornato dal Panjshir a Kabul per InsideOver, ha sottolineato la sospensione dei diritti dei giornalisti e testimoniato il terrore attuale della popolazione locale. Ha spiegato che il morale nel Panjshir è alto, e che la resistenza amplierà il suo sostegno e la sua portata.

Conferenza Afghanistan

Un appello all'Italia

Nella sua conclusione, Ahmed Wali Massoud, fratello di Ahmed Shah Massoud ha lanciato un appello al popolo Italiano e ai politici Italiani di non riconoscere questo governo terrorista. Il sacrificio di suo fratello era "per un Afghanistan libero, inclusivo e moderato" ha aggiunto Massoud. E' importante per la sicurezza globale che il mondo sia solidale con il popolo afghano e che lo aiuti a trovare una soluzione per proteggere i diritti delle donne e delle minoranze e per tutelare la libertà dell'intera società.

"Mi sorprende l’atteggiamento quasi rassegnato delle cancellerie occidentali ad avere rapporti con i talebani ora al potere: nessuno ha, fortunatamente, il coraggio di spingersi a riconoscerli, ma tutti sembrano dare ormai per scontata la necessità di avere relazioni con loro! è il commento di Gianna Gancia, eurodeputata della Lega.

All'evento erano presenti anche Yana Ehm, membro del Parlamento italiano e della Commissione per gli

Affari Esteri, rappresentanti dei media mondiali e locali, nonché rappresentanti di varie organizzazioni internazionali. Le missioni dell'Irlanda e della Repubblica Ceca erano rappresentate dai viceresponsabili di missione.

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