Mi trovavo a bordo di un Airbus A320 operato dalla nuova Ita Airways. Mentre decollavamo da Roma Fiumicino verso il Mar Tirreno, ammiravo fuori dal finestrino il stupendo panorama italico. Un po' come facciamo tutti. Al di là dell’ala con il grande logo Alitalia si estendeva un mare azzurro con onde spumeggianti e nell’entroterra delle poetiche colline verdi. Facendo attenzione si potevano scorgere anche gli Appennini innevati. Prima o poi avremmo cambiato rotta verso nord, in direzione Trieste. Pensavo - tra me e me - che fortunati che siamo a poter ammirare un panorama cosí incantevole. Fortunati davvero, perchè improvvisamente, lungo la costa del Lazio, incontrammo un banco di nuvole e vidi il “pilot’s glory”, la “gloria del pilota”: un portafortuna per chi lo avvista.
Quello che vidi fu la nostra ombra (dell’aereo, ovviamente) su di una nuvola circondata da un arcobaleno. Il suo nome corretto è semplicemente “gloria”, ma viene associata agli aeronauti perchè le condizioni ideali per vederla sono più comuni in quota. Infatti, i primi avvistamenti furono riportati da scalatori d’alta quota. Il primo fu nel XVIII secolo in Perù, da scalatori francesi.
Che cos'è una gloria?
Il fenomeno avviene grazie alla luce riflessa verso la sua origine da una nuvola. Per vederla bisogna quindi trovarsi tra una sorgente di luce, cioè il sole, ed una nuvola (che è formata da goccioline di acqua). Molto spesso la gloria accerchia una sagoma: un ombra. Può trattarsi dell’ombra di una persona oppure di un aereo, come nel mio caso. A volte non c’è neanche un’ombra: dipende dalle distanze relative tra noi, la sorgente di luce e la nuvola.
I vari anelli colorati ricordano proprio un arcobaleno, anche se tecnicamente non lo è (le angolazioni sono diverse) e le sue dimensioni dipendono dal diametro delle goccioline di acqua presenti davanti a noi.
La gloria nelle culture antiche e moderne
Ovviamente una gloria appare ben più affascinante quando c’è un’ombra al suo interno. Nella lontana Cina antica, questo fenomeno venne conosciuto come la “luce di Buddha”. Veniva infatti avvistata dai monaci residenti nei templi tra le montagne in cerca dell’illuminazione. Le nebbie e le nuvole a valle permettevano la formazione di questo fenomeno ottico. Spesso, all’interno della gloria vedevano la propria ombra, interpretando l’avvistamento come un segno divino.
Con il tempo la gloria è stata conosciuta, studiata e capita dalla scienza moderna ma non ha mai smesso di affascinare chi la vede. È presente su simboli importanti come lo stemma di Stato degli Stati Uniti. Basti guardare sulla banconota da un dollaro dietro il grande occhio oppure dietro le 13 stelle sopra l’aquila americana.
Nel mio caso, la gloria circondava l’aereo su cui volavo. Nel folklore aeronautico statunitense, l’evento porta grande fortuna all’aeromobile, l’equipaggio, i passeggeri ed ovviamente i piloti.
Da bravo passeggero mostrai la foto ad un’assistente di volo che mi confidò felicemente che proprio su quel volo, il pilota era nel bel mezzo del corso comando, dove da primo ufficiale sarebbe diventata comandante. La gloria del pilota non poteva farsi vedere in un momento più azzeccato e sono sicuro che porterà fortuna non solo a lei, ma a tutti coloro che si trovavano a bordo di quel volo AZ per Trieste.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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