Hong Kong dice basta al commercio dell'avorio

Il primo Paese al mondo per la compravendita dell'avorio ha deciso di mettere fuori legge ogni commercio legato all'oro bianco

Hong Kong dice basta al commercio dell'avorio

Trentamila elefanti uccisi ogni anno in Africa, le zanne tagliate e poi imbarcate sui bastimenti che salpano verso oriente. E' così che l'avorio attraversa l'Oceano Indiano e sbarca sul mercato asiatico e da lì diventa il bene di lusso che troneggia nelle case dei ricchi locali: dal Vietnam al Giappone.

Ma il Paese in cui l'avorio viene smerciato e venduto, il nodo cruciale della materia prima è Hong Kong. Le stime dicono che nella sola regione speciale della Repubblica Popolare Cinese viene venduto più avorio che in tutti i Paesi del mondo. Ma è di poche ore fa la notizia, diramata dal WWF, di un'inversione di rotta da parte del governo locale. L'amministrazione di Hong Kong vuole infatti mettere al bando qualsiasi forma di commercio dell'oro bianco. Stragi continue di elefanti e rinoceronti, hanno portato i governanti a intervenire direttamente per mettere un freno alla mattanza degli animali.

Ecco che una ferma decisione è stata presa. Bloccare la compra-vendita dell'avorio, effettuare delle verifiche più serrate e rafforzare anche i controlli per quel che riguarda il commercio di specie protette.

Un provvedimento che ha ottenuto subito il plauso della Comunità Internazionale dal momento che uno stop di Hong Kong potrebbe essere un fattore determinante nella lotta al massacro degli animali e al bracconaggio.

Realtà queste ultime che

nelle regioni dell'Africa sub-sahariana sono una piaga diffusa e non mancano organizzazioni criminali come gli jihadisti di Al Shabaab che hanno fatto della caccia illegale ai pachidermi una delle fonti di finanziamento.

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