Hong Kong, parte la fase 2 della quarantena

Gabriel Leung, preside di medicina alla University di Hong Kong, uno degli epidemiologi protagonisti della battaglia contro la Sars, spiega che, in assenza di un vaccino, ci dovremmo abituare a un contenimento a fasi

Hong Kong, parte la fase 2 della quarantena

Hong Kong riparte, ma solo parzialmente. La fine della quarantena, il cosidetta lockdown totale non è stato e non sarà un "liberi tutti", capace di portare i cinesi di fronte a una "seconda ondata" di epidemia da coronavirus.

Ora che nell'isola la curva dei contagi sembra essersi appiattita e che gli impiegati della City asiatica sono tornati a lavoro, si è deciso una nuova stretta vietando per due settimane qualsiasi tipo di attività notturna. Resteranno ancora chiusi i ristoranti, i pub, i karaoke e le amatissime sale di mahjong così come lo storico ippodromo di Happy Valley che, ricorda il Corriere della Sera, è la principale fonte di entrate fiscali e che non si fermò neppure davanti all'invasione dei giapponesi del 1941. Oggi, per colpa del Covid-19, le scommesse sono ammesse solo online. I locali pubblici che possono restare aperti, invece, hanno l'obbligo di misurare la temperatura ai clienti e obbligar loro a indossare la mascherina, mentre nei ristoranti, almeno per le prossime due settimane, sarà possibile formare tavolate di massimo quattro persone. Hong Kong vive anche di turismo, ma l'aeroporto sembra ancora semideserto e l'ingresso di stranieri da Paesi a rischio è, ovviamente, ancora un tabù.

Gabriel Leung, preside di medicina alla University di Hong Kong, che nel 2002-2003 è stato uno degli epidemiologi protagonisti della battaglia contro la Sars, spiega: "La strategia chiusura-riapertura controllata è decisiva in questa fase, le misure di controllo dovranno continuare con varie gradazioni fino a quando non si verificherà una di queste due circostanze: lo sviluppo naturale di immunità nella popolazione, causata da infezione e guarigione; la scoperta e la diffusione di un vaccino affidabile". Secondo il professor Leung, in assenza di un vaccino, ci dovremmo abituare a un contenimento a fasi, per dare modo agli ospedali di poter curare tutti senza dover più vedere quelle scene di sovraffollamento delle corsie. Il pericolo, palpabile anche in Cina, è che vi sia una seconda ondata di epidemia ad agosto e in questa fase, dunque, si cerca di ritardare il ritorno del coronavirus almeno fino a ottobre così da guadagnare tempo, nella speranza che arrivi presto una cura.

Ecco perché a Pechino è ancora interdetto l'arrivo degli stranieri, mentre a Shanghai le persone girano ancora con la mascherina e i locali pubblici come i cinema e i musei sono stati ancora chiusi. A Wuhan, infine, sebbene da due settimane non vi sianp nuovi casi di contagio, la quarantena, iniziata il 23 gennaio, finirà solo l'8 aprile.

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