“L’incontro ci sarà”, assicura dal Dipartimento di Stato Usa la portavoce Marie Harf. “Non è detto”, replica dal Cremlino il collega Dmitry Peskov, che non conferma il faccia a faccia di domani tra Vladimir Putin e il Segretario di Stato americano John Kerry in occasione del viaggio di quest’ultimo a Sochi sul Mar Nero.
In giornata, infatti, l’agenzia di stampa russa Ria Novosti ha fatto trapelare una notizia di un colloquio tra il presidente russo e Kerry. Il Dipartimento di Stato americano non ha avuto problemi ad assecondare, assicurando in una nota che “il segretario di Stato John Kerry si incontrerà con il Presidente Putin, il ministro degli Esteri Lavrov, e altri funzionari russi per discutere una vasta gamma di questioni bilaterali e regionali”.
Il motivo per cui il Cremlino temporeggia non è chiaro. Certo potrebbe esserci un certo risentimento per lo sgarbo fatto dall’amministrazione americana in occasione dei festeggiamenti russi per i 70 anni dalla vittoria della Seconda Guerra Mondiale. Né Obama né Jerry erano presenti per via degli scontri tra i due paesi sul tema caldo dell’Ucraina. Eppure la stessa nota del Dipartimento Usa assicura che a Sochi Putin, Lavrov e Kerry avranno modo di parlare di tutte le questioni spinose che tengono il mondo col fiato sospeso: Siria, Iran, Yemen e, ovviamente, l’Ucraina. Una fonte diplomatica russa, citata dalla agenzia Ria, auspica inoltre che il viaggio di Kerry porti “qualcosa di nuovo, uno sguardo fresco, prima di tutto, sull'Ucraina e sulle relazioni bilaterali". Perché il gelo tra i due paesi non toccava quote così alte dai tempi della guerra fredda e della guerra in Georgia. Rapporti tanto tesi che nel passato il segretario di Stato americano avrebbe "molte volte annullato la sua visita". Domani Mosca dovrebbe ribadire l'inammissibilità del sostegno militare degli Stati Uniti a Kiev, mentre dal canto suo Kerry potrebbe sollevare la questione della partecipazione degli Usa ai negoziati sulla crisi ucraina nel cosiddetto 'formato Normandia' che comprende finora, oltre alla stessa Ucraina, la Russia, la Francia e la Germania.
Il motivo principale della visita di Kerry in Russia è però il capitolo Siria. Il filo diretto che unisce Damasco a Mosca rende il Cremlino un partner necessario per la risoluzione delle controversie aperte in Medio Oriente. “E’ parte dei nostri sforzi attuali – ha detto il portavoce americano Marie Harf - mantenere linee di comunicazione con esponenti del governo russo e assicurarci che le posizioni degli Stati Uniti siano trasmesse con chiarezza”. Le distanze sono però ancora enormi. Un punto di contatto potrebbe essere il comune timore dei “foreing fighters” che dalle terre conquistate dall’Isis potrebbero far ritorno in America e in Russia. Difficile, però, che domani si arrivi ad un accordo preciso o alla soluzione delle controversie. L’incontro, infatti, secondo le fonti russe “non segnerà un passo avanti”, anche se entrambe le parti ne riconosco l’enorme importanza, anche solo simbolica.
538em;">Sempre che l’incontro tra Kerry e Putin si faccia. “Se qualcosa del genere avrà luogo, allora ne daremo l'annuncio”, ha detto infatti Dmitry Peskov. Altrimenti il segretario di Stato americano dovrà accontentarsi del Ministro degli Esteri Lavrov.
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