I terroristi dell’Isis, nel video in cui mostrano la decapitazione del terzo ostaggio in meno di un mese, il britannico David Haines, inviano un sinistro avvertimento agli alleati dell’America. Si legge proprio questo ("Un messaggio agli alleati dell’America") nel filmato dell'esecuzione, molto simile a quello delle decapitazioni degli americani James Foley e Steven Sotloff. Il boia, che sembra lo stesso delle precedenti esecuzioni, si rivolge al premier britannico David Cameron avvertendolo che l’alleanza con gli Stati Uniti trascinerà il suo Paese in una nuova "sanguinosa guerra che non potete vincere". Nel terribile filmato, che dura 2 minuti 2 27 secondi, l’Isis minaccia di decapitare un quarto ostaggio, sempre britannico: Alan Henning. Intanto nel mondo crescono lo sdegno e la preoccupazione per la feroce barbarie dei terroristi.
"L'omicidio del cooperante David Haines è ignobile, un atto di puro male e il mio pensiero va alla sua famiglia, che ha dimostrato coraggio e una forza straordinaria", ha detto il premier britannico David Cameron, minacciando di "dare la caccia" agli assassini. Oggi a Downing Street si tiene un "meeting Cobra", il comitato interministeriale delle emergenze del governo, per analizzare la situazione e valutare una eventuale risposta britannica. Secondo la stampa locale, come ad esempio Sky News, il dilemma ora per Cameron è se prendere parte oppure no ai raid aerei - ma si ipotizzano anche interventi di terra - americani. Nell’ultima settimana i membri dell’esecutivo avevano dato pareri discordanti e solo pochi giorni fa il ministro degli Esteri Philip Hammond, che apparentemente aveva escluso l’intervento del Regno Unito, era stato ridimensionato dallo stesso Cameron.
Anche Ed Miliband, leader del partito laburista, si è detto "disturbato dal disgustoso e barbarico omicidio. Era una persona - ha aggiunto - il cui unico scopo era quello di aiutare altre persone innocenti, a loro volta vittime di conflitti. Atti come questi non indeboliranno ma rafforzeranno la volontà del Regno Unito e della comunità internazionale di sconfiggere lo Stato Islamico e la sua ideologia". Parole di supporto sono arrivate anche da Lord Dannatt, ex capo dell’esercito, che ha invocato la collaborazione con una "campagna militare in coalizione con i player regionali come l’Arabia Saudita, la Giordania e altri Paesi dell’area. Dobbiamo fare in modo che questo cancro venga rimosso dalla regione ancora prima che si diffonda".
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha condannato il "barbaro assassinio", confermando il pieno sostegno agli alleati britannici e assicurando che Stati Uniti e Regno Unito lavoreranno insieme con una "ampia coalizione" di Paesi per portare il "responsabile di questo atto oltraggioso davanti alla giustizia" e "distruggere" il gruppo jihadista che è una "minaccia per i nostri cittadini, per la regione e per il mondo". Il segretario di Stato John Kerry ha annunciato la nomina del generale in congedo John Allen nella carica di inviato speciale della coalizione globale contro l’Isis. Allen, ex comandante delle truppe Nato in Afghanistan (2011-2013), sarà affiancato dal sottosegretario di Stato per Iraq e Iran, Brett McGurk. Allen e il suo vice "cominceranno a lavorare immediatamente".
Interviene anche il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi: "Contro la ferocia del terrore è determinante che sia unita la risposta della comunità internazionale, dell’Europa, impegnata in prima linea nella lotta contro questa odiosa, folle minaccia".
Intanto anche gli imam britannici condannano il brutale assassinio. Un atto ritenuto "non consono ai valori musulmani". Qari Asim, imam di una moschea di Leeds, ha detto a Sky News: "Questo vile attacco terroristico è l’azione di codardi, lo condanniamo fortemente". Mohammed Shafiq, leader della Ramadhan Foundation, ha invece aggiunto che i terroristi "non rappresentano gli insegnamenti islamici, la loro barbarie è un affronto alla nostra fede". Anche considerando, ha poi detto Shafiq, "che la gran parte delle vittime dello Stato Islamico è composta da musulmani". Gli imam britannici si trovano in una posizione molto delicata, visto e considerato che circa 1.500 musulmani residenti nel Regno Unito si sarebbero recati in Siria e in Iraq a combattere per l’Isis.
L'Italia: noi trattiamo per liberare gli ostaggi
"La politica dell’Italia è di riportare a casa tutti gli ostaggi, non importa come". Lo ha detto all’Ansa il sottosegretario
538em;">agli Esteri Mario Giro, nel giorno in cui l’Isis ha diffuso un video sulla decapitazione del britannico Haines. "Ogni paese è sovrano per quanto riguarda la scelta se trattare o meno" con i rapitori. Poi la smentita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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