Con un’operazione lampo Israele ha neutralizzato Baha Abu al Atta, il capo della Jihad islamica palestinese.
Un missile lanciato alle prime luci dell’alba, alle 5 del mattino, ha colpito in pieno la casa in cui stava dormendo Abu al Atta insieme alla moglie. L’abitazione è stata distrutta e il bersaglio è stato eliminato. Nello stesso momento Israele ha condotto anche un’altra operazione di intelligence, della quale non si conoscono molti dettagli. Sappiamo solo che a Damasco sarebbe stato preso di mira anche il figlio del capo della Jihad palestinese.
Immediata la risposta dei militanti del gruppo di al Atta, che hanno lanciato verso Israele una serie di razzi prontamente intercettati dal sistema anti-missile israeliano. Nel mirino le città situate nei pressi della Striscia di Gaza e Tel Aviv, dove hanno risuonato le sirene d’allarme e l’allerta è massima. Chiuse Ferrovie, strade e scuole.
In arrivo giorni infuocati
Due sono le questioni da considerare. La prima riguarda la reazione di Hamas: come reagirà il gruppo che controlla la Striscia di Gaza dal 2007? La seconda, importante quanto la prima, riguarda invece Israele. Il suo governo, ricordiamolo, è ancora provvisorio dopo ben due tornate elettorali che hanno prodotto un nulla di fatto. Non c’è una maggioranza forte e chiara, è Benjamin Netanyahu continua sì a governare ma con l’ombra del rivale Benny Gantz alle sue spalle. Quest’ultimo, infatti, è alla ricerca di un’altra maggioranza con un nuovo primo ministro per poter governare al posto di “Bibi”. In altre parole, a Israele manca la solidità governativa che sarebbe quanto mai necessaria per affrontare al meglio una situazione così delicata.
In ogni caso, gli ordini sono arrivati da Netanyahu, il quale ha dato il via libera all’attacco che ha ucciso Abu al Atta: “Quest’uomo - ha spiegato il primo ministro in un comunicato - è responsabile di attacchi con razzi, con cecchini e di molti tentativi di infiltrare terroristi dentro Israele. Ma soprattutto preparava nuovi attacchi contro di noi”. Se non sappiamo con certezza quale sarà la reazione di Hamas, a Israele sono convinti che i prossimi saranno giorni infuocati. Un portavoce dell’esercito israeliano, Jonathan Conricus, ha sottolineato come ci sia stato “un significativo numero di razzi sparati contro Israele” e che “lo stesso esercito si sta preparando a diversi giorni di scontri”.
Non è mancata la risposta dei jihadisti, che si sono fatti sentire diramando un comunicato nel quale confermano la morte del comandante mentre era “impegnato in una eroica
azione di Jihad: la nostra reazione inevitabile colpirà l’entità sionista”. Hamas ha inoltre aggiunto che “Israele ha la piena responsabilità di quello che è accaduto, e la sua azione non rimarrà impunita”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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