Tikrit - Il generale con il basco amaranto si inerpica sulla trincea con il bazooka in spalla. Poi prende la mira e lancia un razzo contro le postazioni del Califfato alla periferia di Tikrit, dove è nato il defunto dittatore iracheno, Saddam Hussein.
Hamid Karim comanda la 5° brigata speciale dell’esercito iracheno, che assieme alla bandiera nazionale sventola quella dell’imam Hussein, il martire degli sciiti.
I suoi uomini, simili ad un’armata Brancaleone, tengono il fronte a Tikrit, 180 chilometri da Baghdad, sulla strada che porta a Mosul, la “capitale” irachena del Califfo.
Dalle postazioni in prima linea vomitano una valanga di fuoco disordinato contro degli edifici marroni scheggiati dai colpi e anneriti dalle cannonate. La terra di nessuno è soprannominata “la valle della morte”: 500 metri di campo aperto e probabilmente minato. “L’ultima volta ci hanno attaccato con due terroristi suicidi. Uno sparava e l’altro era al volante di un camion corazzato con delle lastre d’acciaio. Per fortuna che è esploso prima” racconta Hussein, un soldatino con l’elmetto dipinto di teschi bianchi.
Nei ranghi delle truppe jihadiste ci sarebbero anche dei volontari stranieri, soprattutto sauditi, ma pure degli americani ammaliati dalla guerra santa intercettati mentre parlavano inglese.
La furia della battaglia per Tikrit non ha risparmiato una sola casa trasformando la periferia in una città fantasma. Un passeggino abbandonato in mezzo alla strada ed una bicicletta da bambino piegata in due fanno capire il dramma dei civili fuggiti in massa. I combattimenti hanno distrutto il mausoleo di Saddam trasformato in un cumulo di macerie.
Dopo l’impiccagione del 2006 il corpo era stato sepolto a Tikrit. In seguito la sua tribù l’ha portato via. Oggi al posto della tomba c’è il cratere di una bomba. Ed i sunniti, che gli sono rimasti fedeli, combattono al fianco del Califfo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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