C'è l'operazione delle forze di polizia tunisine al Museo del Bardo in un nuovo video pubblicato online dal ministero dell'Interno, che documenta l'azione con cui le forze speciali hanno messo in salvo decine di persone e poi ucciso i due terroristi responsabili dell'attacco e della morte di più di venti persone.
Il filmato è stato reso pubblico questa mattina, mentre il ministro, Najem Garshalli, ribadiva che l'intervento ha evitato una strage più sanguinosa. I due uomini responsabili dell'attacco indossavano "giubbotti esplosivi al Semtex, di provenienza generalmente militare", che secondo lui avrebbero portato con sè dalla Libia.
Garshalli sostiene che dietro l'attacco ci fosse un gruppo di ventitre persone - tratte in arresto - e che ancora non si sappia nulla del "terzo uomo" dell'operazione, ancora in fuga, identificato come Maher Bin Al-Moulidi Al-Qaidi. Lui, secondo le autorità, avrebbe fornito agli attentatori le armi, dopo un periodo di addestramento in Libia.
Ad organizzare l'operazione, ha chiarito il ministero, sarebbe stato un algerino, Lokmane Abou Sakhr, leader della brigata Okba Ibn Nafaa.
Il gruppo, attivo in quell'area della Tunisia vicino al confine algerino, fa ufficilamente parte di Al-Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi), ma ha espresso la sua vicinanza al sedicente Stato islamico alcuni mesi fa.Questo dato rende complicato stabilire se si possa ritenere o meno attendibile la rivendicazione arrivata dai miliziani del sedicente Stato islamico, che nella stessa settimana si sono attribuiti anche un altro grave attentato, alle moschee sciite di Sana'a.
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