L'ultima follia del #MeToo: corsi contro la "virilità"

Boom di iscritti a corsi e stage in Francia contro la virilità e la "mascolinità tossica". La furia ideologica del #MeToo per colpevolizzare il sesso maschile

L'ultima follia del #MeToo: corsi contro la "virilità"

Basta all'uomo virile e ai vecchi schemi della società patriarcarle: con il #MeToo e la nuova religione "woke", l'uomo deve dire addio una volta per tutte al machismo e alla "mascolinità tossica". Non è più tempo, insomma, per i "veri duri" alla Clint Eastwood, l'archetipo dell'uomo moderno deve essere liberal, gender fluid, deve piangere, emozionarsi, essere attento ai diritti delle minoranze e, soprattutto, deve provare un senso di colpa in quanto maschio. Un'inchiesta pubblicata dal quotidiano francese Libération esplora la realtà dei corsi e degli stage dedicati agli uomini che intendono interrogarsi sull'identità maschile e sulla loro "virilità" e che hanno raggiunto sempre maggiore popolarità dopo l'esplosione del #MeToo. "Ho fatto una crociata contro la virilità che ci viene imposta". A raccontarlo è Thierry, 59 anni, che ha deciso di esplorare alcune sfaccettature di quella che chiama la sua "identità maschile": la sua sensibilità, le sue debolezze e la sua "parte di femminilità", che identifica come la benevolenza, la gentilezza e la saggezza, quando la parte maschile rappresenta invece la forza, l'azione e la conquista.

#MeToo in Francia: corsi contro la virilità e la mascolinità tossica

Questo decoratore di sede a Le Mans da vent'anni partecipa a “corsi di iniziazione” e circoli di uomini destinati a porre fine alla "fatica emotiva" indotta - a suo dire - da ciò che la società – sia in famiglia, in amore o sul lavoro – richiede al genere maschile: essere forti, resistenti, di non abbassare mai la testa, di non esternare le proprie emozioni. "Sono stato in grado di confrontarmi con lo sguardo di altri uomini e di far cadere la mia armatura. Perché potrei tenere altri uomini per mano, guardarli negli occhi. Ora sono un essere umano prima di essere un uomo e tutto ciò che implica. Ho il diritto di mostrare le mie debolezze" afferma.

Uno degli organizzatori di questo tipo di corsi contro la virilità è Jacques Lucas. Nel 1998, questo psicoterapeuta di Montpellier (Hérault), ha fondato Tantra Hommes. Questa struttura organizza soggiorni misti (sei all'anno) o tra uomini (cinque all'anno), in tutta la Francia, rivendicando i precetti del tantra, pratica che unisce spiritualità e sessualità e sottolinea l'importanza dell'intimità durante un'esperienza sessuale. "Gli uomini che seguono i miei stage - spiega a Libération Lucas - hanno perso i punti di riferimento. A volte vogliono liberarsi di problemi relazionali, in particolare con le donne, in casa ma anche al lavoro". Per arrivare a un equilibrio gli uomini seguono "sedute di connessione con la natura, ma anche di confronto con la propria nudità, soprattutto quando si ha un'immagine negativa di sé stessi". Si tratta di corsi e stage tutt'altro che a buon mercato, che vanno dai 500 a 750 euro per tre giorni. Ma con il #MeToo sono tutti pieni e molto frequentati. Secondo gli esperti interpellati dal quotidiano della sinistra gauche caviar, mettendo in discussione la virilità e i vecchi schemi patriarcali, si eliminano anche le violenze domestiche. "Quando sono tornato dal mio stage - afferma Stéphane a Libération -mia moglie mi ha trovato più aperto, più sensibile. Adesso mi è più facile mostrare amore e tenerezza senza pensare di essere considerato un effeminato".

Il parere dell'esperto: "Fa parte di un processo di asservimento"

Sul fatto che questi corsi e stage possano avere degli effetti positivi permangono tuttavia seri dubbi. Come spiega il professor Roberto Giacomelli, psicoanalista nonché formatore per la Regione Lombardia, interpellato sul tema dal Giornale.it, "è un segno dei tempi, fa parte dell'asservimento di generazioni di maschi particolarmente deboli che ormai sono i protagonisti della nostra storia contemporanea, a parte lodevoli eccezioni. Da terapeuta posso confermare, dal punto di vista clinico, un'impotenza spiriturale che poi diventa anche fisica, generando un danno che è sotto gli occhi di tutti e provoca disturbi di tipo depressivo nonché quadri ansiosi importanti". L'esperto e autore del saggio Oltre il maschio debole. Ritrovare la "Via del Guerriero" (Passaggio al Bosco) osserva come questa deriva nasca dalla "mancanza della figura paterna e di un archetipo dell'inconscio personale fondamentale per la costruzione della mente di un essere umano di sesso maschile. Mancano gli esempi, mancano i modelli. Archetipo è il modello primo, assoluto, e quando viene a mancare per un bambino maschio l'impronta paterna il danno è assicurato. E questo si riflette nella nostra vita sociale".

Siamo dinanzi a persone "già devirilizzate, e per virilità intendo quella spirituale che poi si riflette nella dimensione psichica e in ultimo in quella fisica.

Andare a indebolire ulteriormente con una colpevolizzazione non fa che peggiorare la situazione e determinare danni su danni". Maschi e femmine hanno caratteristiche proprie, dunque, ma non secondo l'ideologia progressista dominante. Che vuole renderci tutti uguali, senza identità.

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