"L'America ha abdicato la promessa di non cedere al ricatto e di non negoziare il rilascio di suoi cittadini fatti prigionieri all'estero. Ancora una volta Obama ha dimostrato la sua debolezza di fronte ad uno stato canaglia, e ha screditato la reputazione degli Usa nella regione del Medio Oriente". Intervistato dal Messaggero, Edward Luttwak condanna così il negoziato con l'Iran e la fine delle sanzioni. Sono "il risultato - dice il politologo - di una trattativa umiliante per il paese, condotta dall'amministrazione più debole della Casa Bianca dal tempo di Jimmy Carter. E' chiaro ora che i cinque prigionieri erano tenuti come ostaggio in attesa della fine delle sanzioni, e che il governo iraniano li ha usati come moneta di scambio".
Luttwak esclude che con l'accordo l'Iran possa diventare più ricco e più vicino all'occidente: "Tutt'altro. Un paese di 79 milioni di abitanti non può prosperare sul solo petrolio". "Nonostante i tanti anni di embargo che avrebbero potuto favorire una diversificazione, Teheran si ripresenta oggi con la stessa alternativa economica: petrolio o pistacchi.
Nel frattempo il panorama dei produttori è molto cambiato, e l'Iran non potrà mai tornare ad assumere la posizione di arbitro del mercato che aveva nel 1979". Quanto all'ipotesi che Teheran possa ora facilitare il dialogo sulla Siria, "semmai la complica - sostiene Luttwak - con la richiesta di salvare Assad".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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