I media tedeschi hanno in questi giorni lanciato l’allarme circa le numerose “spose dell’Isis” presenti attualmente in Germania.
Il settimanale Der Spiegel ha di recente denunciato tale anomalia avvalendosi di informazioni fornite dai reporter di un’emittente di Dubai, al-Aan. Secondo le fonti arabe contattate dalla rivista di Amburgo, nelle principali città del Paese teutonico circolerebbero tranquillamente “centinaia” di mogli e vedove di miliziani dello Stato Islamico. Tutte le donne in questione, a partire dal 2014, avrebbero lasciato la Germania per seguire i loro mariti in Siria e in Iraq e in tali nazioni avrebbero combattuto per il leader jihadista al-Baghdadi. Molte di queste, durante i combattimenti contro la coalizione internazionale anti-califfato, avrebbero dato prova di “sconvolgente spietatezza”.
In base alle informazioni pubblicate da Der Spiegel, tutte queste spose dell’Isis, con la progressiva dissoluzione dell’entità islamista, sarebbero rientrate in territorio tedesco senza essere sottoposte ad alcun controllo da parte delle autorità di Berlino. I funzionari federali preposti al controllo delle frontiere non avrebbero infatti effettuato alcuna indagine sul passato jihadista delle donne provenienti dal Medio Oriente e avrebbero addirittura accordato loro un sussidio temporaneo inteso a facilitarne l’“ambientamento” in Germania. Oggi, centinaia di mogli e vedove dei miliziani di al-Baghdadi vivrebbero indisturbate nel Paese Ue sotto “identità fittizie”, pubblicherebbero abitualmente sul web foto e video delle operazioni militari da loro condotte al servizio dello Stato Islamico e sarebbero pronte a compiere da un momento all’altro, sempre a detta del settimanale, “attentati di portata catastrofica” nelle città tedesche.
La testata giornalistica ha quindi svelato il nome e il cognome di una delle tante spose dell’Isis presenti nella nazione teutonica sotto mentite spoglie: Omaima Abdi. Costei, vedova di Dennis Cuspert, un ex rapper tedesco convertitosi alla causa fondamentalista, si sarebbe recata con quest’ultimo nel 2014 in Siria per combattere al fianco dei soldati di al-Baghdadi.
La Abdi sarebbe rientrata in Germania nel gennaio del 2018, dopo l’uccisione di Cuspert da parte delle truppe anti-Isis, e, nonostante la sua militanza islamista e pur essendo in possesso di documenti di riconoscimento contraffatti, non sarebbe stata sottoposta ad alcun controllo da parte della polizia di frontiera federale. L’esecutivo Merkel, per mezzo del ministero delle Politiche sociali, le avrebbe persino accordato un assegno biennale per favorirne l’inserimento nella società tedesca. Oggi, tale vedova vivrebbe ad Amburgo, dove alternerebbe il lavoro di traduttrice alla diffusione su Internet di contenuti inneggianti alla distruzione delle metropoli tedesche.
Der Spiegel assicura di avere chiesto chiarimenti direttamente ai procuratori antiterrorismo federali in merito alle rivelazioni fornite da al-Aan, ma le istituzioni non avrebbero ancora risposto alle sollecitazioni della rivista.
L’organo di informazione ha quindi criticato il governo Merkel per avere finora dimostrato “lassismo” nelle gestione dei flussi migratori provenienti dal Medio Oriente e ha in seguito esortato la cancelliera a introdurre la linea dura nei confronti dei soggetti che in passato hanno combattuto per al-Baghdadi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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