Che tra il presidente Trump e Steve Bannon, prima stratega della Casa Bianca e poi reietto, non corresse buon sangue non era ormai più un mistero per nessuno. Ma se rimanevano dei dubbi su quanto l'uomo dell'alt-right avrebbe potuto o voluto rivelare sull'amministrazione americana, a fugarli ci ha pensato la pubblicazione di Fire and Fury: inside the Trump White House, libro scritto da Michael Wolff e di cui molti dettagli sono già stati pubblicati dalla stampa internazionale, spingendo il presidente americano ha commentare che ad agosto Bannon "non solo ha perso il lavoro ma anche la ragione".
Tra le pagine del libro c'è posto per tutta la famiglia Trump. Per un incontro "sovversivo" e "antipatriottico" tra Don Jr, figlio del presidente e un'avvocatessa russa, Natalia Veselnitskaya, durante la campagna elettorale 2016, ma anche per un ritratto impietoso della corte del presidente.
Bannon descrive una Ivanka che sogna da "delfina" e vorrebbe la presidenza, ma che già avrebbe concordato con il marito Jared Kushner che sarebbe stata lei a correre per la nomination, nel caso ce ne fosse stata la possibilità. Ben felice di essere alla Casa Bianca, la figlia di Trump sarebbe tutto il contrario di Melania, che dopo l'annuncio del trionfo elettorale sarebbe scoppiata a piangere e - sostiene Bannon - non perché ne fosse felice.
L'ex stratega ne ha anche per il presidente. E sostiene che Trump abbia una pessima considerazione dei suoi collaboratori, proprio a partire da Kushner, che riterrebbe un "leccapiedi". Poco male, se è vero che riteneva "sleale" Bannon e che avrebbe definito Spicer "uno stupido". Non sarebbe andata meglio alla consigliera Kellyanne Conway: "Una frignona".
Tra le pagine di Fire and Fury: inside the Trump White House anche aspetti della personalità di Trump che già erano noti. Il presidente, dice Bannon, sarebbe estremamente paranoico e perché questo consumerebbe molto spesso cibo di McDonald's, perché "preparato in modo sicuro", per mettersi al riparo da un possibile avvelenamento.
La Casa Bianca non ha intanto perso tempo e ha chiesto all'avvocato Charles Harder di inviare una diffida all'ex consigliere, sostenendo che
abbia "violato l'accordo" di riservatezza firmato parlando con l'autore del libro. "Il presidente è un grande uomo. Sapete che lo sostengo giorno dopo giorno", ha detto Bannon, provando a calmare le acque. Forse troppo tardi.
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