Un piccolo migrante di 6 anni è morto nel mare della Grecia, dopo essere partito dall’Afghanistan. Come riportato da Il Messaggero, il bambino era impegnato nella traversata dalla Turchia alla Grecia. L’obiettivo era quello di raggiungere Samos, l’isola greca nel Mar Egeo orientale, che è separata dalla Turchia dal lungo stretto di Mikali. Una volta arrivati, i migranti avrebbero chiesto asilo.
Il padre ha messo in pericolo la vita del figlio
Ma il piccolo, di soli sei anni non ce l’ha fatta. Quando si è rovesciato il gommone il bimbo, che non sapeva nuotare, è morto annegato davanti agli occhi del genitore, un 25enne afghano. Il padre del bimbo adesso è stato arrestato dalle autorità locali che lo hanno accusato di aver messo in pericolo la vita del figlio, e rischia almeno 6 anni di carcere. Questo tipo di accusa non ha precedenti.
Il gommone sul quale si trovava il piccolo migrante era affondato lo scorso 8 novembre nelle acque davanti all’isola di Samos. A bordo vi erano 24 persone, tra famiglie e bambini, e alla fine solo 17 di loro sono riuscite a salvarsi. Il padre del bambino, una volta raggiunta la terra ferma avrebbe allertato i soccorsi per cercare il figlio disperso. Solo la mattina seguente il corpo del bimbo era stato ritrovato dai soccorritori. A quel punto era sopraggiunta una decisione che non si era mai verificata prima. Le autorità greche locali hanno posto in arresto due uomini che erano sulla barca: il genitore del piccolo che ha perso la vita in mare e lo scafista del gommone. Gli altri sopravvissuti erano invece stati trasferiti al campo di Samos in regime di quarantena, come prevedono le norme anti-Covid. Adesso il 25enne, avendo messo in pericolo la vita del proprio bambino, rischia una condanna ad almeno sei anni dietro le sbarre.
L'uomo rischia almeno 6 anni
Il legale dell’uomo, della Ong locale Still I Rise, ha detto alla Bbc che una richiesta di soccorso era stata fatta alla guardia costiera verso mezzanotte, ma che i soccorritori si erano messi in moto solo 6 ore dopo. Secondo l’avvocato le forze dell’ordine dovrebbero più che altro indagare sul ritardo dei soccorsi. La replica da parte della Guardia costiera non si è fatta attendere: “I soccorsi sono stati ostacolati dall'oscurità”.
Il buio avrebbe quindi impedito ai soccorritori di partire prima e in quel lasso di tempo il piccolo migrante sarebbe morto, come altre persone a bordo dell'imbarcazione. Da quanto emerso nessuno sarebbe riuscito a salvare il bimbo perché non sapeva nuotare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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