La missione italiana in Libia si tinge di giallo. Da Tripoli fanno sapere che non sarebbe mai stata avanzata alcuna richiesta all'Italia di inviare navi nelle acque libiche per contrastare i trafficanti di uomini e fermare così le partenze dei barconi. In un comunicato, diffuso dai media libici e pubblicato dall'Huffington Post, il premier Fayez al Sarraj ha, infatti, bollato come infondata la notizia. A suo giudizio Palazzo Chigi le avrebbe messe in giro al solo scopo di "minare l'esito dell'incontro avuto a Parigi martedì scorso con il generale Khalifa Haftar". Parole che sono un macigno su Paolo Gentiloni che, in queste ore, sta lavorando con il ministro dell'Interno Marco Minniti al piano militare.
Secondo Palazzo Chigi la domanda, formulata dal capo del governo di unità nazionale di Tripoli, risalirebbe a qualche giorno fa. La notizia è stata resa pubblica soltanto mercoledì da Gentiloni dopo il faccia a faccia con Sarraj a Roma. "La richiesta è attualmente all'esame del nostro ministero della Difesa - aveva sottolineato al termine del colloquio col premier libico - le decisioni che prenderemo verranno valutate non solo ovviamente con le autorità libiche, ma anche con il Parlamento". Sulla base del diritto internazionale, per entrare nelle acque territoriali di un Paese, ci deve essere la richiesta ufficiale da parte della capitale. Su questa richiesta, però, grava un alone di mistero. Il ministro della Difesa Roberta Pinotti sarebbe già pronta ad attuare il piano che dovrebbe approdare in parlamento martedì prossimo per l'approvazione. Ma da Tripoli fanno sapere di non essere affatto d'accordo.
A due giorni dall'annuncio di Gentiloni, che sta cercando di contenere un ingombrante Emmanuel Macron, Sarraj smentisce tutto. Impossibile dire se si tratta di un clamoroso paso indietro della Libia o un'imbarazzante gaffe di Palazzo Chigi. "Con gli italiani - si legge nella nota pubblicata da Tripoli - abbiano concordato di continuare nel sostegno alla marina libica attraverso addestramento e fornitura di attrezzature militari che ci consentano di condurre operazioni di soccorso verso i migranti e di contrastare i trafficanti di esseri umani, oltre alla fornitura di attrezzature elettriche di controllo per i nostri confini meridionali". Il premier del governo di accordo nazionale ha, infine, ricordato a Gentiloni che "la sovranità della Libia è una linea rossa".
"Il Consiglio presidenziale libico ha chiesto al governo italiano solo supporto logistico e tecnico per la Guardia costiera libica". Dopo la smentita di Sarraj il ministero degli Esteri libico ha precisato che l'aiuto richiesto all'Italia avrà l'unico scopo di "contribuire ad impedire l'afflusso di migranti e il traffico" di esseri umani, così come "a salvare le loro vite".
"Questa misura potrebbe richiedere la presenza di alcune unità navali italiane che operino nel porto di Tripoli solo a questo scopo e se vi fosse la necessità", ha spiegato il ministero in una nota sottolineando che "non sarà autorizzato alcun intervento di questo genere senza permesso e senza coordinamento con le autorità libiche all'interno del territorio e delle acque regionali libiche".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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