Torna la paura a Kiev: missile vicino all'ufficio di Zelensky

Per la prima volta dall'inizio del conflitto i raid di Mosca hanno sfiorato la sede del quartiere che ospita gli uffici della presidenza. Zelensky in un video invita i cittadini a mantenere la calma

Torna la paura a Kiev: missile vicino all'ufficio di Zelensky

I bombardamenti di queste ore stanno coinvolgendo in modo pesante la città di Kiev. La capitale ucraina forse mai dall'inizio del conflitto è stata così presa di mira dai raid russi. Ma soprattutto, mai prima d'ora i missili hanno sfiorato così da vicino un quartiere particolare, quello cioè governativo.

Un segnale contro Zelensky?

Le sedi del potere ucraino sono in gran parte concentrate in una precisa zona del centro di Kiev. Si tratta della zona di Lypky, a pochi passi da Piazza Maidan e non lontana dalle sponde occidentali del Dnepr. Qui si trova Palazzo Mariinskij, sede di rappresentanza della presidenza ucraina, lì dove vengono ricevuti i capi di Stato stranieri in visita. Nell'edificio adiacente si trova invece la sede della Verchovna Rada, ossia il parlamento ucraino.

Proseguendo lungo la via che costeggia il parco attorno alla presidenza, è situato il grande palazzo bianco che ospita il primo ministro e dove si riunisce il gabinetto di governo. Nel cuore di questo quartiere infine c'è via Bankova: qui sorge il palazzo al cui interno ci sono gli uffici più importanti della presidenza, compreso quello di Volodymyr Zelensky. Il capo dello Stato ucraino è da qui che registra i suoi video ed è qui che incontra i suoi collaboratori.

I raid in questa calda mattinata di Kiev hanno sfiorato Lypky e sono caduti non lontano dagli uffici della presidenza e del primo ministro. Un bombardamento nelle strade limitrofe alle sedi del potere ucraino fino a oggi è stato quasi un tabù.

Dalle finestre dell'ufficio di Zelensky gli echi delle bombe cadute in sette mesi di guerra sono sempre stati uditi in lontananza. Rumori distanti, segno di un conflitto non in grado di coinvolgere il cuore della politica di Kiev.

Oltre a fare danni e a provocare nuove vittime tra i civili, i raid russi di questa mattina quindi potrebbero aver lanciato un chiaro segnale: i vertici ucraini devono adesso temere di essere direttamente presi di mira. E questo non è certo un elemento secondario nel conflitto: se Mosca dovesse puntare a colpire anche nei prossimi giorni Lypky e il centro di Kiev, i problemi logistici per la catena di comando ucraino sarebbero non indifferenti.

Un segnale quindi, ma anche un concreto allarme in più per Zelensky e per il suo governo. Non è un caso che dalla Russia l'agenzia Ria Novosti abbia rimarcato, subito dopo i primi raid mattutini, che almeno uno dei missili è caduto quasi esattamente a metà strada tra via Bankova e il palazzo che ospita i servizi segreti ucraini, l'Sbu.

Il messaggio di Zelensky

Il rumore stavolta ravvicinato delle esplosioni avrebbe anche costretto, secondo indiscrezioni trapelate da Mosca ma non confermate da Kiev, alla momentanea evacuazione di Zelensky. Quest'ultimo ha raccolto probabilmente il segnale e ha voluto rilanciare con l'arma che ha sempre saputo utilizzare meglio, quella mediatica.

Il presidente ucraino, quando nella capitale era ancora in corso l'allarme aereo, ha pubblicato su Telegram un video in cui parla non dal suo ufficio ma proprio da via Bankova (guarda il video). Alle sue spalle l'ingresso del palazzo presidenziale, attorno a lui non sembrano esserci particolari misure di sicurezza. Da qui Zelensky ha confermato gli attacchi e ha esortato gli ucraini a rimanere al sicuro.

“La mattina è difficile – ha dichiarato – Decine di missili, Shahid iraniani. L'obiettivo sono le strutture energetiche del Paese. Nelle regioni di Kiev e Khmelnytsky, Leopoli e Dnipro, Vinnytsia, regioni di Frankiv, Zaporizhzhia, Sumy, Kharkiv, Zhytormyr, Kirovohrad, il Sud. Vogliono panico e caos, vogliono distruggere il nostro sistema energetico. Il secondo obiettivo sono le persone: l'ora e i luoghi degli attacchi sono stati scelti per causare il maggior danno possibile. Ma l'Ucraina era qui prima che apparisse il nemico, sarà qui dopo di lui”.

La Russia ha voluto far sapere di poter colpire adesso anche i quartieri governativi e di sapere quando e dove poter eventualmente colpire il presidente ucraino.

Zelensky ha risposto passeggiando in diretta su via Bankova e lanciando accuse verso Mosca e verso Teheran. Una sfida mediatica e simbolica che potrebbe aver segnato l'ingresso del conflitto in una nuova fase molto delicata.

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