Così la Russia vuole aggirare le sanzioni occidentali

Messa sempre più alle strette dalle sanzioni occidentali, la Russia di Putin sta cercando delle scappatoie adottando metodi già in uso in Cina e Corea del Nord: ecco quali

Così la Russia vuole aggirare le sanzioni occidentali

"Il tentato blitzkrieg economico dell'Occidente contro la Russia è fallito", ha affermato fiero Vladimir Putin qualche giorno fa tranquillizzando i suoi. Le sanzioni occidentali, per ora, non sembrano aver sortito l'effetto sperato nello Zar che non sembra preoccupato più di tanto dalla presa di posizione dei Paesi Nato che hanno chiuso i "rubinetti" economici provando a mandare la Russia in condizioni di default. Le minacce di non comprare più né gas né petrolio, per adesso soltanto teoriche, potrebbero essere comunque aggirate grazie all'aiuto della Cina e basandosi sul "modello" Corea del Nord e Iran, già colpite da restrizioni.

Quali divieti ha la Russia

Lo abbiamo visto più volte: dagli oligarchi a cui sono stati confiscati miliardi di euro alle sanzioni contro le maggiori banche russe, le maggiori aziende di Stato, contro il Cremlino e i familiari degli alti funzionari. In concreto, poi, Stati Uniti e Regno Unito hanno promesso di non acquistare più né gas né petrolio entro la fine dell'anno, sono stati congelati 630 miliardi di dollari di riserve della banca centrale russa che si trovano "al sicuro" nelle banche a stelle e strisce o comunque occidentali. Come ricorda Repubblica, le maggiori aziende quali McDonald's e Coca Cola, per fare due esempi, hanno chiuso i battenti nel territorio russo e sono stati congelati i fondi di tutte le banche russe. Di fronte a una catastrofe economica del genere, chiunque si sarebbe messo le mani ai capelli. La Russia soffre e soffrirà, non c'è dubbio, ma una scappatoia c'è sempre.

La reazione di Mosca

Putin sta cercando di difendersi imponendo il pagamento in rubli del suo gas alle nazioni ostili, ha vietato che ci sia l'esportazione di oltre di centinaia di prodotti nel campo delle telecomunicazioni e dell'agricoltura e ha vietato a investitori di altri Paesi di vendere le azioni che valgono miliardi di dollari. Adesso che il quadro è più o meno chiaro, ci si domanda cosa accadrà. L'Occidente non toglierà alcuna sanzione, semmai ne aggiungerà delle altre se il conflitto dovesse andare per le lunghe e Putin, per evitare di ritrovarsi con l'acqua alla gola, guarda alla Cina per poter prendere una boccata d'ossigeno sulle esportazioni, sebbene siano comunque la metà di quelle che ottiene dall'Ue. Non solo: Mosca potrebbe sbloccare il sistema di pagamenti Swift con quello cinese.

I metodi "clandestini"

Il Financial Times ha spiegato che un anno fa, un'azienda registrata a Hong Kong, aveva trasferito la proprietà di una nave ad una società con base a Pyongyang, capitale della Corea del Nord. Secondo un’indagine dell’Onu, la compagnia cinese aveva importato 200mila tonnellate di carbone dalla Corea del Nord nonostante i divieti per poi scambiarlo con un’altra azienda cinese di arredamenti, la quale ha ripagato Pyongyang con alcune spedizioni di fertilizzante. In pratica, con estrema abilità, la fonte originale del prodotto è stata nascosta ed è riapparsa all'improvviso alla fine. In questo caso, la Corea del Nord viene presa come esempio e modello perché sottoposto da anni a sanzioni e perchè ha cercato proprio l'aiuto di Russia e cina per provare ad aggirarle. "Sia Mosca che Pechino appoggiano a parole le sanzioni internazionali contro Pyongyang, ma chiudono un occhio davanti alle pratiche clandestine che consentono al regime nordcoreano di restare a galla", spiegano gli esperti a Repubblica.

Cosa sono le "burner bank"

Letteralmente "banca di bruciatori", le "burner bank" cinesi sono create ad arte con nominativi inventati così da sparire subito dopo aver fatto una transazione clandestina e ripristinate in un secondo momento. "È un modello sperimentato”, afferma Zongyaun Liu, esperto del Council on Foreign Relations di New York, "già usato da Corea del Nord e Iran". Un Report dell'Onu ha rivelato lo strano giro d'affari tra Taiwan e Pyongyang sulle importazioni di tonnellate di petrolio oltre a numerose truffe per importare auto di lusso in Corea del Nord. Insomma, fatta la legge trovati gli inganni, e in questo campo gli orientali sono dei maestri.

Adesso, se le sanzioni contro Putin rimarranno in vigore per molto tempo, "Russia e Cina potrebbero cercare di costruire un sistema finanziario parallelo a quello occidentale, insieme a Corea del Nord e ad altri Paesi, in una sorta di alleanza degli evasori di sanzioni", afferma il Financial Times.

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