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"Sanzioni occidentali un autogol". Putin scaccia lo spettro del default

Il presidente russo rassicura i suoi in merito alle conseguenze delle sanzioni occidentali. "Il blitz economico è fallito", sostiene lo Zar, pur ammettendo le "forti pressioni" accusate dalle casse nazionali

"Sanzioni occidentali un autogol". Putin scaccia lo spettro del default

"Il tentato blitzkrieg economico dell'Occidente contro la Russia è fallito". Vladimir Putin serra i ranghi, ostenta padronanza della situazione, tranquillizza i suoi. Lo fa a oltre cinquanta giorni dall'avvio delle operazioni militari in Ucraina, in riferimento al delicato tema della situazione socio-economica del suo Paese. E non a caso parla di "blitzkrieg", ovvero di guerra lampo: nella retorica propagandistica dello Zar, che tutto ribalta a proprio favore, è infatti Mosca a essere finita sotto attacco. "Gli stessi iniziatori delle sanzioni sono stati danneggiati", ha comunicato il presidente, all'indomani delle dichiarazioni con cui la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, definiva il default della Russia solo una questione di tempo.

La risposta del Cremlino a quel presagio non si è fatta attendere. In particolare, riferendosi proprio alle sanzioni occidentali nei confronti di Mosca, Putin ha osservato: "Il calcolo doveva minare rapidamente la situazione finanziaria ed economica del nostro Paese, provocare il panico nei mercati, il crollo del sistema bancario, una carenza su larga scala di merci nei negozi". E invece - secondo il presidente russo - "una tale politica nei confronti della Russia è fallita, la strategia della guerra lampo economica è fallita". Parole destinate a rassicurare innanzitutto gli investitori interni e gli stessi oligarchi fedelissimi allo Zar, i quali con l'applicazione delle misure restrittive da parte dell'Occidente avevano accusato un forte contraccolpo negativo sui loro affari.

Le sanzioni imposte alla Russia in seguito alla cosiddetta "operazione speciale" in Ucraina - in Russia vietato chiamarla guerra - sono "un autogol" per gli occidentali: Vladimir Putin ha ribadito la propria convinzione. Secondo lo Zar, tutto è sotto controllo. "L'inflazione e i prezzi al dettaglio si stanno stabilizzando", ha proseguito il capo del Cremlino, citato dall'agenzia di stampa statale Ria Novosti. Pur ammettendo che "il principale fattore negativo per l'economia è stata la pressione delle sanzioni", il presidente della Federazione Russa ha respinto l'idea di un affanno economico per il Paese. "La Russia, come ho già detto, ha resistito a questa pressione senza precedenti", ha sostenuto lo Zar, restituendo così alla propria nazione l'idea (per la verità discutibile, numeri alla mano) di una prova di forza pienamente superata.

Il peso delle sanzioni, tuttavia, rimane. Eccome. E infatti Putin, nella sua dissertazione socio-economica, ha avanzato l'idea di una risposta muscolare, sottolineando la necessità di accelerare il trasferimento ai pagamenti in rubli e valute nazionali dei Paesi partner nel commercio estero. "Le restrizioni imposte dai Paesi ostili alla Russia hanno ovviamente influito sulle opportunità degli affari interni. Hanno complicato la logistica delle consegne di esportazione e importazione, hanno creato ostacoli per fare accordi", ha riconosciuto lo Zar, spiegando che "è necessario aiutare gli imprenditori a risolvere questi problemi".

L'ostentazione di una situazione economica a prova di bomba (purtroppo, è proprio il caso di dirlo) era arrivata all'opinione pubblica russa anche da parte della governatrice della Banca centrale, Elvira Nabiullina. In un'audizione alla Duma, la Camera bassa del Parlamento russo, l'alta funzionaria aveva assicurato che il sistema bancario russo "rimane saldamente sulle sue gambe" ed è in grado di resistere anche a "colpi seri" come conseguenza delle sanzioni occidentali.

La governatrice aveva aggiunto che è "importante" per il Paese "sviluppare un sistema di pagamenti in monete nazionali", alternative al dollaro, per le transazioni internazionali. La linea economica "di guerra" ordinata proprio dallo Zar per allontanare lo spettro del default.

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