"E dopo a chi toccherà?". Qual è il prossimo obiettivo dello Zar

Putin potrebbe allargare il conflitto alla Moldavia. Un'eventualità che getta nello sconforto il Paese. Cosa può succedere in Transnistria e qual è la scusa della potenziale invasione russa

"E dopo a chi toccherà?". Qual è il prossimo obiettivo dello Zar

"Dopo di noi a chi toccherà?". La domanda di Volodymyr Zelensky si leva come un monito per gli Stati vicini, ipotizzando che Mosca non voglia fermarsi all'invasione dell'Ucraina. Il Cremlino "progetta di conquistare altri Paesi", ha affermato il presidente ucraino. Il pensiero corre subito alla Moldavia, sebbene il nervosismo cresca anche nelle ex repubbliche sovietiche dell'Asia centrale. Ad innescare gli allarmi di Zelensky e Podolyak, consigliere e negoziatore, sono state le parole pronunciate venerdì dal vice comandante della regione militare centrale russa, il generale Rustam Minnekayev, secondo il quale Mosca punta non solo al controllo del Donbass, ma alla conquista di tutta la costa sul Mar Nero per congiungersi alla Transnistria, la fascia di territorio lungo il confine con l'Ucraina ufficialmente appartenente alla Moldavia ma di fatto indipendente da circa 30 anni.

"Russi oppressi anche in Moldavia"

Come abbiamo visto sul Giornale.it, il generale Rustam Minnekayev, vice comandante del Distretto Militare della Russia centrale, ha affermato che il controllo sull'Ucraina meridionale consentirà l'accesso alla Transnistria, il territorio separatista filorusso della Moldavia, "dove pure sono stati osservati casi di oppressione della popolazione di lingua russa". Una scusa, come l'invasione ucraina, per poter organizzare la seconda fase dell' "operazione speciale" dell'esercito russo. I moldavi hanno paura, nella capitale Chisinau si respira nervosismo. Una campagna pubblicitaria del Paese afferma che "l'Orso è tornato ad alitare sul piccolo Paese dal cuore grande". Oggi, 24 aprile 2022, cade la ricorrenza della Pasqua ortodossa ma hanno poco da festeggiare. L'Orso, come viene indicata la Russia, ha dominato per quasi 200 anni, dal 1812. La Moldavia ha una storia recente che dura da 30 anni. "Io ho il cognome russo ma la mia famiglia vive in Moldavia da sempre. Ho paura di queste minacce russe", afferma Oksana a Repubblica. "A Kolbasna, in Transnistria, c'è un deposito enorme di armi. Se lo colpiscono esplode mezza Moldavia. Noi siamo un crogiolo di popoli, dobbiamo restare neutrali".

La scusa del popolo "oppresso"

Minnekayev ha fatto sapere che lo Zar vuole "difendere" il "popolo oppresso" russofono che vive in Transnistria. In pratica, si potrebbe definire un "Donbass 2" che fa pensare che il 9 maggio non finirà nessuna guerra come ha tanto decantato il Cremlino. "Siamo un Paese fragile in una regione fragile" ha dichiarato la presidente, Maia Sandu, prima donna alla guida del governo e adesso capo dello Stato. Il Paese è diviso tra la sua voglia di Europa e l'esatto opposto dell'eterno rivale, Igor Dodon, leader filorusso che parla al cuore dell'altra metà dei moldavi. E poi, la spada di Damocle è la loro dipendenza al 100% dal gas russo, una questione non certo semplice da risolvere. Nel frattempo, almeno 400mila ucraini hanno trovato un riparo "sicuro" dalla guerra anche se Mosca fa di tutto per rendere difficili i rapporti tra i due popoli per evitare che possano stringere "amicizie" sgradite allo Zar. I russi, dal canto loro, premono su quella percentuale filorussa e far leva sul loro sentimento per incitare alla rivolta.

"Profonda preoccupazione"

Intanto, la Moldavia ha convocato l'ambasciatore russo per esprimere "profonda preoccupazione" di fronte alle dichiarazioni dell'esercito di Mosca di voler conquistare il sud dell'Ucraina per ottenere accesso alla regione moldava della Transnistria.

"Il ministero degli Esteri della Moldova considera queste dichiarazioni in contrasto con la posizione della Russia a sostegno della sovranità e l'integrità territoriale del nostro paese entro frontiere riconosciute internazionalmente", si legge in un comunicato ripreso dall'agenzia stampa russa Interfax. Le autorità di Chisinau hanno inoltre ricordato all'ambasciatore Oleg Vasnetsov lo stato neutrale del Paese, chiedendo il suo rispetto da parte russa.

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