Per il momento si tratta solo di una scaramuccia. Ma è sufficiente per creare la prima frattura tra la Casa Bianca e il Cremlino. Al centro delle divergenze c'è l'annessione della Crimea alla Russia. Il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, ha spiegato che il presidente Donald Trump si aspetta che "il governo russo provveda a una de escalation della violenza in Ucraina e restituisca la Crimea". Due punti su cui Mosca non vuole proprio sentire ragioni. "Non ridiamo indietro i nostri territori - ha messo in chiaro la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova nel briefing con la stampa - la Crimea è territorio russo".
"Trump è stato incredibilmente duro con la Russia", ha scandito Spicer quando i giornalisti lo incalzavano sulle dimissioni di Michael Flynn, ex consigliere per la sicurezza nazionale, travolto dallo scandalo per i suoi contatti con funzionari di Mosca. "Il presidente - ha spiegato il portavoce della Casa Bianca - ha continuato a sollevare la questione della Crimea, che la precedente amministrazione ha consentito venisse annessa alla Russia". "La sua ambasciatrice presso le Nazioni Unite ha denunciato il primo giorno l'occupazione russa della Crimea", ha poi osservato Spicer dimenticando, tuttavia, la risposta con sanzioni economiche di Barack Obama, oltre che dell'Unione europa. "Allo stesso tempo - ha, infine, concluso il portavoce della Casa Bianca - lui desidera andare d'accordo con la Russia, a differenza della precedente amministrazione, così che si possa insieme risolvere i molti problemi del mondo come lo Stato islamico e il terrorismo".
Da Mosca è stato subito messo in chiaro he la Russia non cederà il controllo della Crimea all'Ucraina.
"Non daremo indietro il nostro territorio", ha detto ai giornalisti la Zakharova ricordando che "la Crimea è un territorio che appartiene alla Federazione Russa". E da questo assunto Vladimir Putin è pressoché irremovibile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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