All'Italia di Giorgia non servono gli slogan

Meloni non ha mai fatto politica mediante gli slogan. Ella ha sempre puntato su sostanza, consistenza, chiarezza

All'Italia di Giorgia non servono gli slogan
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Caro Vittorio,
Donald Trump ha vinto le elezioni lanciando il suo slogan: «Make America Great Again!» (acronimo: Maga). Elon Musk ha consigliato all'Europa di adeguarsi adottando lo slogan: «Make Europe Great Again!» (acronimo: Mega). Più modestamente suggerirei al presidente Meloni di adottare lo slogan: «Fai l'Italia Grande Ancora», il cui acronimo darebbe una sferzata di entusiasmo agli italiani...

Gianluigi De Marchi

Caro Gianluigi,
sicuramente sarebbe una sigla di successo e fortunata, ma dubito che la premier Giorgia Meloni la adotterebbe. Di certo questa proposta la farebbe sorridere, dato che l'ironia non le manca. Ad ogni modo, non credo che a Meloni serva uno slogan per lanciare la sua idea di Italia, quella idea che ci ha fatto conoscere e ci ha trasmesso per anni e anni e sulla base della quale gli italiani, dei quali Giorgia ha conquistato la fiducia dando prova di affidabilità e coerenza, hanno votato a favore del partito da questa donna guidato.

Il pensiero di fondo era ed è sempre stato proprio questo: condurre l'Italia a risorgere, ad alzare la testa, a riscoprire l'orgoglio e la fierezza di essere quello che è, che non è poco, culla della civiltà, del diritto, delle arti, della bellezza, delle scienze. Meloni non sta soltanto facendo l'Italia grande ancora, ma sta facendo riscoprire agli italiani, cioè al popolo italiano e sovrano, la propria grandezza, ossia il proprio valore. Essi si sentono efficaci, si sentono parte della cosa pubblica e non esclusi da questa, sentono di avere voce, di essere considerati, dopo lustri di governi tecnici o composti da improbabili maggioranze tenute insieme dal collante dell'interesse personalistico incompatibile con quello nazionale, governi che hanno umiliato la democrazia, escludendo il popolo dai processi decisionali, non tenendo conto della volontà degli elettori.

Insomma, la F.I.G.A. di cui parli Meloni l'ha già compiuta, rendendo di conseguenza «figa» l'Italia, tanto che il nostro presidente del Consiglio è la statista più ammirata in Europa, la più stimata, la più apprezzata. Tra i capi di governo europei è Meloni il più autorevole, e questo non lo dico io, che la stimo da sempre, bensì media internazionali e statistiche.

La nostra Nazione è tornata a contare, anzi conta come mai è accaduto prima, sullo scacchiere internazionale. E non soltanto per via delle buone relazioni che Giorgia ha tessuto con impegno e sacrificio con attori internazionali di primo piano, ma anche perché ella ha mostrato al mondo che non è disposta a tradire il suo popolo e la sua patria, che l'Italia non è più disponibile a rassegnarsi al ruolo di fanalino di coda, a rinunciare al proprio interesse nazionale, ad adeguarsi a quello che altri scelgono per lei. Questo senso di dignità di cui è portatrice Meloni rende lei rispettabile e rispettata e, di conseguenza, l'Italia e il popolo italiano, nel cui nome la premier agisce ed opera.

L'Italia adesso conta. E questo è esclusivo merito della leader di Fratelli d'Italia e di questa maggioranza su cui ne abbiamo udite di ogni e che si cerca di demolire cavillando su questioncine che non interessano per nulla agli italiani, come il rimpatrio di Almasri, italiani a cui sta a cuore piuttosto che la sicurezza nazionale e l'interesse nazionale vengano salvaguardati. E questo esecutivo riesce a farlo come nessun altro esecutivo è mai riuscito prima.

Meloni non ha mai fatto politica mediante gli slogan. Ella ha sempre puntato su sostanza, consistenza, chiarezza. Ed è stato tale pragmatismo a fare di lei un politico che in anni di governo, anziché erodere il suo consenso, dato che governare è compito spesso ingrato e molto difficile, seguita a conquistare voti e cuori. Il che non è irrilevante.

Il tutto mentre la sinistra esercita opposizione non alla maggioranza, bensì alla persona della premier, in una maniera talmente spregiudicata che gli italiani non possono che ripagare la sinistra con la disaffezione, la presa si distanza, l'abbandono.

Sì, caro Gianluigi, l'Italia di Giorgia è già «grande ancora».

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