Nazarbayev garanzia di stabilità per il Kazakhstan

Plebiscito per il presidente uscente alle elezioni anticipate. Migliori (delegazione Osce): "In Kazakhstan più democrazia che negli Stati Uniti"

Nursultan Nazarbayev
Nursultan Nazarbayev

Astana - In un clima primaverile accarezzato dal vento delle steppe, si è conclusa la tornata elettorale per le elezioni anticipate del Presidente della Repubblica in Kazakhstan. Tre i candidati che si sono presentati ai cittadini per ricoprire la carica più alta dello Stato centrasiatico.

Turgun Syzdykov, espressione del Partito Comunista del Popolo, ha raccolto un magro 0,7% e il candidato auto nominato Abelgazy Kussainov si è fermato all'1,6%.

Ma, come indicato dalle unanimi previsioni degli osservatori internazionali, è il Presidente uscente, Nursultan Nazarbayev, favorito sin dalla prima ora, a vedere riconfermato il mandato presidenziale con lo schiacciante risultato del 97,7%.

Nazarbayev, alla guida del Paese dal 1991 quando il Kazakhstan ha ottenuto l'indipendenza dall'Unione Sovietica, sbaraglia così gli avversari politici in una tornata elettorale – anticipata per evitare l’ingorgo istituzionale e la sovrapposizione con le elezioni politiche del prossimo anno - che ha registrato un'affluenza alle urne senza precedenti.

Su un totale di 9,5 milioni di elettori, infatti, più del 95% degli aventi diritto al voto si è recato alle urne finendo per affollare sin dalle prime ore del mattino i seggi elettorali. Code interminabili di cittadini che in modo disciplinato e gioioso si sono recati alle urne, trasformando le elezioni in una "manifestazione molto simile ad una festa nazionale" come ha sottolineato il Sen. Sergio Divina presente in Kazakhstan in qualità di osservatore internazionale dell'Osce.

"Una larghissima partecipazione al voto - ha proseguito Divina - che dimostra il grande senso dello Stato e delle istituzioni, nonostante qualche oggettiva difficoltà nella gestione delle registrazioni dei votanti, dovuta all'elevato numero di iscritti per ogni seggio". Sono infatti tra i 2.500 e i 3.000 gli elettori kazaki per ogni seggio contro una media in Italia di 5-700 iscritti.

Da registrare, inoltre, la provocazione lanciata alla stampa kazaka dall'On. Riccardo Migliori, Presidente emerito dell'Assemblea parlamentare dell'Osce, che durante la conferenza stampa della delegazione italiana ha dichiarato che "il grado di trasparenza e l’aderenza ai principi democratici del Kazakhstan sono superiori a quelli presenti negli Stati Uniti d'America". Un'espressione forte rivolta alla stampa estera, significativamente presente ad Astana in questi giorni, che sottolinea ulteriormente la correttezza e la trasparenza della macchina elettorale attentamente monitorata dagli osservatori internazionali.

Nazarbayev viene dunque confermato a stragrande maggioranza quale guida del Paese. "Un Ataturk centroasiatico - per il professor Marcáz - docente presso la facoltà di Studi umanistici di Amsterdam presente ad Astana come osservatore internazionale - un Padre della Patria che si è posto nel tempo obiettivi ambiziosi- a tratti impossibili - ma che è sempre riuscito a raggiungerli".

Uno stato, quello kazako, collocato in un'area cruciale del pianeta, al centro di quel "Grande Gioco" eurasiatico, e dotato di ingenti risorse energetiche nel sottosuolo che fanno gola a molti. Uno stato che ha fatto della convivenza etnica, culturale e religiosa uno dei fondamenti della propria Costituzione.

Il Kazakhstan, in questo periodo di grandi tensioni geopolitiche a livello internazionale - si è trovato di fronte alla domanda cruciale se sia più importante la

stabilità per il Paese o il cambiamento rispetto al passato. Una domanda alla quale i kazaki in questa elezione hanno dato una risposta chiara.

Daniele Lazzeri
Chairman del think tank “Il Nodo di Gordio”

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