Il primo ministro ungherese Victor Orban partecipando, presso la città termale rumena di Băile Tuşnad, alla ventinovesima edizione dell’evento annuale chiamato Bálványos Summer Open University e Student Camp, ha rilanciato, attraverso un lungo discorso, le sue idee sull’Europa.
Dopo avere sciorinato numerosi dati sull’Ungheria, Orban si è dato un traguardo ambiziosissimo: far diventare, entro il 2030, l'Ungheria "uno dei cinque migliori paesi dell'Unione europea in cui vivere e lavorare", questo perché Orban conta di arrestare entro il 2030 il "declino demografico".
Per il leader ungherese la ricetta per far crescere ancora di più l'Europa centrale non è il globalismo ma un'alleanza di nazioni libere fondata sul ritorno a principi basilari: "Difendere la propria cultura cristiana e rifiutare l'ideologia del multiculturalismo, difendere il modello tradizionale di famiglia e affermare che ogni bambino ha il diritto di avere una madre e un padre, difendere i settori e i mercati economici strategici a livello nazionale che sono di cruciale importanza, difendere i propri confini e rifiutare l'immigrazione".
Su Donald Trump il leader ungherese ha detto che sta facendo bene trasformando "l'ordine mondiale basato su accordi multilaterali in un sistema basato su accordi bilaterali" mentre su Vladimir Putin il premier dell’Ungheria ha detto che "i russi hanno anche mantenuto la loro promessa" relativamente alle forniture di gas ed si è detto convinto che la Russia "continuerà a sforzarsi di creare zone cuscinetto attorno a sé, proprio come ha fatto fino ad ora. L'Ucraina è una delle vittime di questo".
Per Orban l'Unione europea sta perseguendo una politica "rozza" nei confronti della Russia e consiglia di proteggere in modo selettivo solo quegli stati che hanno davvero tutte le ragioni per sentire minacciata la loro sicurezza, come gli Stati baltici e la Polonia.
Orban invita l'Europa a commerciare e stabilire cooperazioni economiche con la Russia attraverso "una politica che sia sfaccettata e adattabile".
Sul Medio Oriente, in particolare su Turchia, Israele ed Egitto, Orban rileva che la sicurezza di tutta l'Europa dipende dalla stabilità in questi tre paesi, Solo così si potrà "fermare l'afflusso musulmano che arriva in Europa da quella regione".
Sul declino della civiltà europea Orban ha sostenuto che l'Europa una volta era una grande civiltà, un centro di potere che ha modellato il mondo ma adesso ha respinto le sue fondamenta cristiane, nelle arti creative ha "imposto il politically correct", nella ricerca è stata superata dagli Stati Uniti (e presto lo sarà dalla Cina), al posto dello spirito imprenditoriale, "Bruxelles e le regolamentazioni economiche sono governate dallo spirito della burocrazia".
Per Orban c’è un "fallimento dell'élite europea", specie sulla gestione della crisi dei migranti. I leader europei "sono inadeguati e la Commissione europea è il simbolo di questo fallimento, ma i suoi giorni sono contati".
Orban accusa la Commissione europea d'essere partigiana, perché si schiera con i liberali e sta "lavorando per costruire un socialismo europeo". Ma l’Open-society europea, secondo il premier ungherese, è un fallimento perché se non ci sono confini il popolo europeo può essere prontamente sostituito con gli immigrati.
La famiglia, per Orban, è stata trasformata in una forma facoltativa e fluida di convivenza, l'identità e l'orgoglio nazionale sono visti come nozioni negative e obsolete. "Così in Occidente è che c'è il liberalismo, ma non c'è democrazia".
Sulle elezioni del Parlamento europeo del 2019 Orban ritiene che la questione principale da affrontare sarà quella dell'immigrazione e suggerisce di concentrare tutte le forze politiche su queste elezioni così importanti. Inoltre vede uno spostamento dell'Europa verso destra ed ha invitato a ripensare ai risultati delle elezioni federali tedesche e alle elezioni austriache e italiane.
Orban vede l'élite europea nervosa perché il risultato delle imminenti elezioni europee potrebbe far deragliare il piano per la trasformazione globale dell'Europa, quello che chiama "il piano Soros". Nelle elezioni del Parlamento europeo, il grande obiettivo di trasformare l'Europa e spostarla verso un'era post-cristiana e post-nazionale, secondo il premier ungherese, potrebbe essere bloccato.
Le prossime elezioni europee per il leader ungherese sono della massima importanza e scommette che l'élite liberale può essere sostituita da una élite democratica cristiana. "Il nostro dovere non è difendere gli articoli di fede, ma la dignità umana, la famiglia e la nazione, perché il cristianesimo non cerca di raggiungere l'universalità attraverso l'abolizione delle nazioni, ma attraverso la conservazione delle nazioni".
Per Orban se la democrazia liberale è a favore del multiculturalismo la democrazia cristiana dovrà dare priorità alla cultura cristiana, se la democrazia liberale è pro-immigrazione la democrazia cristiana dovrà essere anti-immigrazione, se la democrazia liberale si schiera con modelli familiari adattabili la democrazia cristiana poggia sui fondamenti del modello familiare cristiano.
Votando per un vero rinnovo del Parlamento europeo, secondo Orban, il prossimo maggio si saluteranno "non solo la democrazia liberale e il sistema liberale non democratico che è stato costruito sulle sue fondamenta, ma anche l'intera
élite del '68. La generazione degli anni '90 sta arrivando per sostituire la generazione del '68. Nella politica europea è il turno della generazione anticomunista, che ha convinzioni cristiane e impegno per la nazione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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