Matteo Salvini ha già deciso: il prossimo obiettivo della grande piattaforma sovranista è Nigel Farage. Il leader del Brexit Party, che con il suo Ukip sedeva al fianco dei deputati del Movimento 5 Stelle in Parlamento europeo, ora è corteggiato dalla Lega, che punta all'exploit in Europa riuscendo a diventare non solo il partito più forte del proprio Eurogruppo, ma anche di trasformare la propria piattaforma nella seconda o terza forza a Strasburgo.
Per fare questo, occorre riuscire ad arruolare più movimenti possibili. E il Brexit Party del redivivo Farage potrebbe essere decisivo, visto che i sondaggi prima del voto (in Gran Bretagna si è già votato) incoronano il partito degli euroscettici britannici come primo e intorno al 30%. Chiaramente questo inciderà e non poco sulla formazione del prossimo parlamento europeo, partendo dal presupposto che, in caso di Brexit, le cose potrebbero cambiare. Ma intanto, per alcuni mesi, i seggi britannici sarebbero in larga parte ottenuti proprio dal partito che vuole l'uscita di Londra dall'Unione europea.
In queste settimane, i negoziati fra la Lega e il Brexit Party sono aumentati. Lo dimostra anche l'ultima intervista a La Stampa del vice premier italiano che ha confermato di essere "già in parola" con Farage. In parola "come con gli olandesi, i francesi e i tedeschi. Abbiamo vedute comuni anche con ungheresi e polacchi pur appartenendo a famiglie diverse. Possiamo fare davvero la rivoluzione in Europa". E questa rivoluzione passa inevitabilmente da una critica nei confronti di Bruxelles e dell'attuale establishment Ue, che anche sulla Brexit ha dimostrato una certa ostilità nei confronti della scelta legittima del popolo del Regno Unito.
Ma questa alleanza chiaramente significa anche una conseguenza nei confronti della linea politica da seguire nei confronti dell'uscita del Regno dall'Ue. Perché è del tutto evidente che un partito di governo (e probabilmente anche di maggioranza da un punto di vista elettorale) che si allea con un partito nato per far uscire un Paese dall'Ue cambia sensibilmente la posizione dell'Italia nei confronti della Brexit. La Lega ha sempre detto di voler rispettare pienamente la scelta del popolo britannico, ma adesso, alleandosi con Farage in Europa, di fatto accelera anche la possibilità che un governo europeo sostenga un'uscita dall'Ue più rapida possibile. E l'annuncio di oggi di Theresa May dell'abbandono dell'incarico il prossimo 7 giugno dimostra che i negoziati potrebbero durare la lungo, lasciando nell'Eurocamera ci sia fil partito più euroscettico di sempre.
Nel pantano britannico, il Carroccio ha diverse sponde importanti. Del resto è stato lo stesso sottosegretario Guglielmo Picchi a confermare che la Lega vuole che si rispetti la volontà dei cittadini. E l'asse con Donald Trump, da sempre sostenitore della Brexit, conferma che il triangolo Roma-Londra-Washington potrebbe avere anche un'altra chiave di lettura. Non solo il sovranismo, non solo l'asse dell'Occidente, ma anche un altro elemento: la Brexit. Che per l'Italia significa anche avere le capacità di rappresentare il miglior alleato degli Stati Uniti all'interno dell'Unione europea qualora il Regno dovesse uscire definitivamente dall'Ue.
Ma significa anche rafforzare l'asse con la special relationship fra Usa e Gran Bretagna, potendo contare sull'appoggio di chi guiderà anche la City di Londra in una delle fasi più calde della storia europea. Il viaggio di Salvini a Washington quasi in contemporanea con la visita di Trump in Gran Bretagna potrebbe avere un forte simbolismo. Proprio dopo le europee.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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