Scotland Yard nella bufera. La Metropolitan Police londinese, infatti, è stata accusata di corruzione, di discriminazioni etniche ai danni di agenti di colore e di avere “fabbricato” false prove a carico di immigrati arrestati. È stato l’Independent Office for Police Conduct (Iopc), autorità incaricata di valutare l’operato delle Forze dell’ordine, a muovere tali rilievi all’indirizzo dei vertici di Scotland Yard. I presunti autori dei reati sarebbero alti funzionari del Directorate of Professional Standards (Dps), dipartimento della Metropolitan Police incaricato di indagare sulle violazioni di legge perpetrate dagli agenti di quest’ultima.
Quattro soggetti a capo del Dps avrebbero accettato tangenti per intralciare indagini a carico di personaggi influenti. Secondo Jonathan Green, direttore della sede londinese dell’Iopc, i quattro dirigenti avrebbero ricevuto, negli ultimi cinque anni, quasi tre milioni di sterline ciascuno da parte di esponenti di spicco della scena politica ed economica nazionale. Le donazioni sarebbero state effettuate in violazione della normativa sulla trasparenza e sarebbero servite a ostacolare procedimenti nei confronti di diversi parlamentari e di esponenti della City. Green non ha rivelato i nomi dei funzionari di Polizia accusati di corruzione né ha fornito maggiori dettagli sull’identità dei politici e dei banchieri coinvolti nello scandalo.
Oltre a percepire tangenti, i quattro alti ufficiali della Metropolitan Police avrebbero messo in atto “condotte discriminatorie motivate da pregiudizi razziali”. Costoro avrebbero avviato, sempre negli ultimi cinque anni, procedimenti disciplinari ingiustificati ai danni di poliziotti di colore. Le sanzioni inflitte ad agenti di origine africana e caraibica avrebbero avuto, come motivazione, “mere convinzioni razziste”. Sarebbero una dozzina i destinatari dei provvedimenti discriminatori. Questi ultimi avrebbero assunto la forma dell’assegnazione ad altro incarico, del pensionamento anticipato e, in alcuni casi, del licenziamento.
Il terzo illecito attribuito dall’Iopc ai vertici di Scotland Yard consiste nella “fabbricazione” di prove false ai danni di immigrati arrestati. I dirigenti coinvolti nello scandalo avrebbero privato della libertà quindici stranieri accusandoli ingiustamente di legami con gruppi terroristici. Le false incriminazioni sarebbero state formulate all’indomani dell’attentato al London Bridge del giugno 2017. Al fine di trasmettere all’opinione pubblica l’immagine di una Polizia efficiente nella lotta al terrorismo, i vertici dell’agenzia avrebbero “montato ad arte” procedimenti penali nei confronti di immigrati innocenti. I soggetti finiti nel mirino di Scotland Yard nei mesi successivi all’attentato al London Bridge sono prevalentemente cittadini pachistani, egiziani e indonesiani. Jonathan Green ha assicurato di avere trasmesso alla Crown Court di Londra tutta la documentazione inerente agli illeciti imputati ai responsabili del Dps.
Il Times ha precisato che l’Iopc avrebbe aperto il fascicolo a carico dei vertici delle Forze dell’ordine in seguito alla presentazione di un esposto da parte di tre funzionari di Scotland Yard. La Metropolitan Police ha immediatamente annunciato di volere collaborare con Green al fine di consegnare rapidamente alla giustizia i dirigenti infedeli: “Scotland Yard non può tollerare che al suo interno si pianifichino strategie criminali. L’agenzia ha impiegato molto tempo per ripristinare la propria credibilità, compromessa tredici anni fa a causa dell’uccisione di Jean Charles de Menezes.
La Polizia deve essere sempre vista dai cittadini come l’incarnazione dei valori della trasparenza e dell’imparzialità. Non può essere scossa da nuovi scandali.” La premier May ha auspicato una rapida conclusione delle indagini e ha ribadito la propria fiducia nei confronti del personale delle Forze dell'ordine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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