Dalla Gran Bretagna all'Isis per lavorare negli ospedali

Nove giovani studenti hanno lasciato gli studi per raggiungere il sedicente Stato islamico. Le famiglie incredule: "I turchi devono fare di più". Sostieni il reportage

Una parata militare del sedicente Stato islamico a Sirte, in Libia
Una parata militare del sedicente Stato islamico a Sirte, in Libia

Dalla Gran Bretagna ai territori controllati dallo Stato islamico, non per prendere in mano un kalashnikov, ma per lavorare negli ospedali del sedicente Califfato. Sono nove i giovani inglesi, di origine sudanese, che hanno deciso di oltrepassare il confine tra Turchia e Siria.

D'altronde l'Isis l'ha sempre detto, la chiamata all'emigrazione non vale solo per chi finisce al fronte, ma pure per chi si ferma in quelle città di cui disperatamente i miliziani tentano di dare un'immagine di normalità, alternando alla propaganda di decapitazioni ed edifici distrutti quella di mercati e parchi giochi.

Nove studenti di medicina - scrive l'Observer - quattro donne e cinque uomini, hanno passato il confine la scorsa settimana. I genitori non sospettavano nulla, fino a che una delle ragazze non ha inviato a casa un messaggio e una foto. Poi più nulla.

Le famiglie dei nove si trovano ora in Turchia, in un ultimo tentativo di riportare a casa i loro figli, che sarebbero ora nella zona di Tel Abyad, controllata dal sedicente Stato islamico. Il loro è un caso diverso dagli altri, ha detto all'Observer un politico dell'opposizione turca, perché "di certo c'è bisogno di un aiuto negli ospedali" e perché "sono andati lì per questo, non per combattere".

Resta il fatto che questa è l'ennesima storia di cittadini britannici irretiti dal fascino dell'Isis. Come loro sono finiti in Siria anche tre studentesse minorenni di Londra, di cui da tempo si sa poco o nulla. E più di 600 persone sono partite per raggiungere il sedicente Stato islamico e combattere con le milizie di al-Baghdadi.

I nove studenti di medicina sono cresciuti in Inghilterra, ma avevano poi studiato in Sudan. Per fare esperienza anche di un ambiente più tradizionale, a quanto hanno raccontato le loro famiglie. Da qui sono partiti per Istanbul e poi per la Siria, in bus dalla capitale turca.

Non si spiega la scelta della figlia Maumoon Abdulqadir. La figlia Leila ha scelto di entrare in Siria e lui si chiede perché. "Viveva in una terra che ha bisogno di così tanti dottori.

Perché andare fino in Siria come volontaria?". Prima di partire per la Turchia ha informato dei fatti la polizia britannica e poi denunciato quella turca. Perché, dice, non è possibile che nessuno abbia visto il gruppo passare il confine.

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