Quel sottomarino Usa che in 6 minuti ​può lanciare 154 missili sulla Siria

In soli sei minuti un sottomarino classe Ohio SSGN potrebbe lanciare in Siria 154 missili Tomahawk

Quel sottomarino Usa che in 6 minuti ​può lanciare 154 missili sulla Siria

Gli Stati Uniti non hanno attualmente alcun gruppo da battaglia nel Mediterraneo. Se nelle prossime 24/48 ore Trump dovesse ordinare un raid contro la Siria, l’unica unità di superficie armata con i missili Tomahawk attualmente presente nel Mediterraneo orientale sarebbe esclusa dall’operazione. Impensabile, infatti, affidare al solo cacciatorpediniere classe Arleigh Burke USS Donald Cook (DDG-75), la tanto temuta rappresaglia degli Stati Uniti per il presunto attacco chimico lanciato sabato scorso nella città di Douma. L’USS Donald Cook è schierata con la Sesta Flotta degli Stati Uniti, con sede a Napoli. L’unità, secondo programma, risulta in navigazione dopo aver lasciato ieri il porto di Larnaca, a Cipro. Le navi da guerra statunitensi della Sesta Flotta equipaggiate con missili Tomahawk sono semplicemente ben oltre la portata d'attacco. Potrebbero essere necessari dai due ai quattro giorni per richiamare e schierare in posizione d'attacco le unità di superficie della Sesta flotta, attualmente nell'Oceano Atlantico.

Il sistema d’arma di precisione preferito dal Pentagono: Il Tomahawk

Le cacciatorpediniere classe Arleigh Burke spostano 9800 tonnellate e sono armate in via primaria con 96 celle VLS. Sono armate con missili Tomahawk, attualmente nella versione Block IV. Il missile da crociera è la colonna portante dei sistemi d’arma di proiezione degli Stati Uniti fin dalla guerra del Goldo nel 1991. Durante le prime fasi di Operazione Odissey Dawn nel 2011, gli obiettivi strategici libici furono colpiti da 110 missili Tomahawk lanciati dalle navi da guerra alleate nel Mediterraneo e da 45 JDAM sganciate dai bombardieri stealth B-2. La testata da mille chili e la sua capacità di colpire bersagli a mille miglia di distanza, rende il Tomahawk il sistema d’arma di precisione tatticamente preferito dal Pentagono. Resta anche quello politicamente corretto. La rotta via mare non richiede un corridoio aereo autorizzato per lo stesso principio delle rotte circumpolari dei missili strategici. In ogni caso la US Navy deve garantire al Presidente degli Stati Uniti tutte le opzioni possibili per rispondere agli scenari di crisi.

Siria: La possibile forza d'attacco

Il mosaico siriano rappresenta il problema di base per gli Stati Uniti. Sul campo sono presenti le forze militari di diversi paesi che operano in prossimità. Ed in quel caos ci sono le forze militari della Russia. In qualsiasi piano d’attacco, Washington dovrà fare attenzione a non colpire le forze militari russe in un raid che potrebbe degenerare in modo incontrollato e sfociare in una guerra su larga scala.

La vera forza d’attacco, qualora Trump autorizzasse un raid entro le prossime ore, sarebbe rappresentata dai sottomarini. Almeno un sottomarino a propulsione nucleare classe Ohio SSGN si troverebbe nel Mediterraneo. Quattro dei diciotto Ohio, l’USS Ohio (SSGN 726) e l’USS Michigan (SSGN 727) con sede a Bangor, l’USS Florida (SSGN 728) e l’USS Georgia (SSGN 729) a Kings Bay, sono stati riconvertiti nel 2003 per lanciare missili Tomahawk. Sono equipaggiati con sette lanciatori verticali per missili da crociera convenzionali Tomahawk con una capacità massima di 154 missili ad unità. I circa 600 Tomahawk a bordo dei quattro SSGN rappresentano la metà della capacità missilistica convenzionale sottomarina della Marina degli Stati Uniti. L’altra metà è rappresentata dai sottomarini d’attacco classe Los Angeles, Seawolf e Virginia. Un sottomarino a propulsione nucleare classe Ohio SSGN potrebbe lanciare in immersione tutti i suoi 154 missili Tomahawk in soli sei minuti. Se Trump optasse per una immediata risposta militare in Siria (proprio in questo particolare contesto venutosi a creare), i Tomahawk verrebbero lanciati dalle profondità. Il motivo è semplice: i sottomarini possono avvicinarsi alle coste nemiche senza essere scoperti consentendo loro di colpire obiettivi nell'entroterra. Un gruppo da battaglia di superficie sarebbe esposto ai diversi asset russi schierati lungo la costa. I sottomarini a propulsione nucleare potrebbero lanciare l'intero carico prima di immergersi in profondità e sfuggire agli hunter killer.

Gli Stati Uniti potrebbero utilizzare nell'immediato le piattaforme di quinta generazione come il B-2 Spirit e l’F-22 Raptor per colpire obiettivi in Siria. La loro capacità di monitorare in tempo reale il contesto discriminando la minaccia potrebbe essere utile, ma sarebbe il primo confronto diretto con gli S-300V4 e gli S-400 schierati in Siria. Il Pentagono non rischierà la vita dei piloti.

Da rilevare, infine, che le Forze armate della Federazione Russa sono state autorizzate ad ingaggiare i lanciatori e le loro basi. Le forze russe sono certamente in grado di contrattaccare le basi degli Stati Uniti in Medio Oriente ed Europa.

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